Raccolta funghi di Settembre, dove andare?

Settembre è arrivato, è il momento di scovare prelibatezze in montagna e in pianura.

Dal Trentino alla Calabria, dal Piemonte alla Sicilia le varietà di funghi abbondano ai piedi degli alberi dei nostri boschi. Un’estate piovosa equivale a vacanzieri scontenti. Ma gli amanti dei funghi lo sanno: il raccolto si preannuncia buono e la sventura di alcuni fa la felicità di altri.

I funghi vengo prodotti in quantità da record proprio grazie all’umidità. Dai 10 milioni di ettari di bosco che coprono 1/3 dell’Italia, possono essere raccolte fino a 30 mila tonnellate di porcini, finferli, trombette, chiodini, russole, morchelle o spugne gialle e altre specialità.

L’estate volge al termine e la raccolta può cominciare. Ecco la lista dei migliori luoghi dove iniziare la raccolta funghi di settembre.

Raccolta funghi di settembre, dove andare

Un percorso autunnale sulle strade del fungo non può non passare per Norcia. La provincia di Perugia è un riferimento non solo per il tartufo nero pregiato, e tutta la Valnerina è pronta a regalare sapori forti e sensazioni indimenticabili.

Abareto è il nome del festival nazionale del fungo porcino, insieme a Borgotaro fanno dell’Appennino Parmense, a confine tra Emilia Romagna, Toscana e Liguria la patria del fungo Borgotaro che ha ottenuto l’etichetta Igp.

La Calabria in autunno è una bella sorpresa in ogni provincia, ma il paradiso dei porcini è senza dubbio la Sila, il cui terroir è il numero 1 dei produttori italiani. In questo parco nazionale – situato tra le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro – i funghi sono pepite d’oro!

In Friuli Venezia Giulia, i sapori autunnali sono nelle Valli del Natisone e nella Carnia, i cui boschi sono ricchi di tesori gourmet, e che dire delle colline di Treviso? La stella d’autunno è talmente ricercata e apprezzata da dar vita in suo onore al Cocofungo, annuale rassegna storica e gastronomica.

I boschi dell’Appennino

L’Appennino reggiano, con le sue colline e i suoi rilievi non manca di funghi prelibati. Rientra nell’appennino Tosco-Emiliano che con il suo Parco Nazionale comprende un territorio vastissimo a cavallo delle due regioni, ma lascia agli appassionati di funghi ampia libertà di godere dei frutti del suo territorio, ovviamente nel rispetto delle regole.

Le Comunità montane rilasciano i permessi sulla base del regolamento provinciale e della legge regionale e tutte le informazioni sulla raccolta dei funghi. Il fungo infatti, è un elemento essenziale del bosco, il cui ecosistema non potrebbe sopravvivere in sua assenza a causa degli scambi simbiotici di sostanze tra le due specie.

Nella raccolta è necessario quindi attenersi a semplici regole che rispettino l’ambiente e garantiscano la sopravvivenza del micete, che non deve essere danneggiato dal prelievo del frutto. Il lago Calamone è circondato da stupende faggete, ricche di molte specie di funghi, soprattutto porcini.

Nella parte di Appennino attraversato dalla statale 63, basta accostare la macchina e inoltrarsi nei boschi: sorgenti di fiumi, piccoli laghi offrono posti fantastici per la ricerca dei funghi in un paesaggio mozzafiato ai piedi della famosa Pietra Bismantova. Inoltrandosi dopo il Passo del Cerreto si trovano boschi di Larice e boschi di castagno, luogo ideale per la ricerca della Merola.

Funghi anche in pianura

L’autunno, e soprattutto l’autunno inoltrato, è la stagione ideale per andare a funghi in pianura. A volte si tratta di un vero e proprio viaggio alla scoperta del territorio e della sua storia che ci svela casali abbandonati e tenute sconosciute.

Il paesaggio autunnale che si presenta ad un ricercatore di funghi in pianura non offre gli scorci suggestivi di vallate di montagna o di collina, ma la nebbia che si alza da terra al mattino presto e in poco tempo avvolge ogni cosa. In quest’ambiente surreale si possono trovare, sul prato o sotto le vigne e gli olmi o addirittura sotto gli alberi da frutto, esemplari di psalliota campestris, piopparelli e chiodini.

Spesso, per raccogliere funghi in pianura occorre entrare nei poderi che sono proprietà privata: è sempre opportuno chiedere il permesso al proprietario. La pianura padana, la toscana e le langhe piemontesi offrono l’imbarazzo della scelta, basta inoltrarsi a pochi metri dalla strada.

Ricordare, tuttavia che è meglio non raccogliere i funghi che crescono sul ciglio della strada, seppure di campagna, poichè il tessuto del fungo si comporta come una spugna e assorbe i gas di scarico.

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