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La danza è un linguaggio universale con il potere di unire culture e sentimenti. Quando Roberto Bolle parla della sua arte, la descrive come un viaggio: non solo fisico, ma anche interiore. Ogni palcoscenico, ogni città visitata e ogni incontro umano arricchiscono la sua danza e, in riflesso, la sua vita.
In questa intervista, Bolle guida attraverso le sue esperienze, rivelando come ogni passo di danza sia un passo verso la scoperta di sé e del mondo.
La danza come viaggio di scoperta
Roberto Bolle, étoile del Teatro alla Scala e Principal Dancer dell’American Ballet Theatre, sottolinea che “la danza è un percorso da fare passo dopo passo, senza scorciatoie”.
Questa affermazione racchiude la sua filosofia: danza e viaggio sono due facce della stessa medaglia. Ogni volta che si esibisce in un paese straniero, Bolle si sente privilegiato, poiché può comunicare attraverso il movimento anche quando le parole mancano. Racconta: “Mi sono trovato in situazioni in cui ricevevo indicazioni in tedesco, russo o giapponese, ma riuscivo a capirle solo attraverso il linguaggio del corpo”.
La danza possiede questo straordinario potere di abbattere le barriere linguistiche, rendendo ogni esibizione un momento di connessione autentica.
Ogni viaggio di Bolle rappresenta un’opportunità per esplorare culture diverse e vivere esperienze nuove. Da San Francisco a Marrakech, ogni città visitata ha lasciato un segno indelebile nella sua anima. “Viaggiare da solo è un modo per ritrovare me stesso”, confida il ballerino. Questa ricerca di sé è al centro della sua vita e della sua arte, trasformando ogni performance in un racconto di vita.
La connessione con il territorio e la tradizione
Milano, la città che ha plasmato la sua carriera, rappresenta per Bolle un crocevia di opportunità e crescita. “Milano è cambiata molto, ma ha sempre mantenuto un forte legame con la cultura”, afferma. È qui che si tiene l’ottava edizione di OnDance, un festival che celebra la danza in tutte le sue forme. Per Bolle, questo evento non è solo una vetrina per il suo talento, ma un momento cruciale per condividere la sua passione con le nuove generazioni.
La tradizione della danza italiana è un tesoro che Bolle si impegna a preservare e diffondere, portando la danza fuori dai teatri e nelle piazze. Questo approccio ha generato quello che lui stesso definisce “l’effetto Bolle”, un aumento dell’interesse per la danza tra i giovani, testimoniato da un incremento del 13,2% del pubblico under 35 in Italia. Attraverso iniziative come “Roberto Bolle and Friends”, il ballerino ha attratto nuove leve verso un mondo che, per molti, era ancora sconosciuto.
Un futuro di nuove sfide e opportunità
Guardando al futuro, Bolle sta lavorando alla Fondazione Roberto Bolle, un progetto che mira a trasmettere i valori della danza alle nuove generazioni. “Voglio contribuire a far crescere una cultura della danza che non sia solo spettacolo, ma anche formazione e educazione”, spiega. Il suo obiettivo è far comprendere che la danza è un viaggio di conoscenza, un modo per esplorare se stessi e il mondo intorno.
Il suo nuovo libro, che celebra i suoi 50 anni, rappresenta un altro tassello di questo percorso. “Volevo ripercorrere i momenti che hanno segnato la mia carriera”, racconta. Con la collaborazione di fotografi di fama mondiale, il libro diventa un viaggio visivo attraverso la sua vita artistica, una narrazione che invita a esplorare il mondo della danza attraverso gli occhi di un grande maestro.
In conclusione, Roberto Bolle insegna che la danza non è solo un’arte, ma un’esperienza di vita che arricchisce e unisce. Ogni passo, ogni viaggio e ogni incontro rappresentano opportunità di crescita e scoperta di nuove realtà. La danza, come il viaggio, è un percorso che continua, un invito a lasciarsi ispirare dalla bellezza del mondo che circonda.



