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Immagina di trovarti a pianificare un viaggio negli Stati Uniti, con il profumo delle spezie e dei piatti tipici che ti attendono. Ma cosa succede se una notizia inaspettata si frappone tra te e il sogno americano? Con l’aumento del costo dell’Esta, il sistema elettronico di autorizzazione per i viaggiatori, quel sogno potrebbe diventare più costoso e difficile da realizzare.
Questo cambiamento non riguarda solo il denaro; è un segnale delle tensioni crescenti nel settore del turismo e delle politiche che lo governano.
Una riforma controversa
Il recente provvedimento firmato dall’ex presidente Donald Trump, noto come One Big Beautiful Bill Act, prevede un raddoppio del costo dell’Esta, che passerà dai 21 dollari attuali a 40 nel 2026.
Un aumento del 90% giustificato dal governo statunitense come necessario per investimenti in infrastrutture aeree, formazione dei funzionari doganali e potenziamento della sicurezza attraverso nuovi portali biometrici. Ma cosa significa tutto questo per chi desidera visitare gli Stati Uniti? È lecito chiedersi se un incremento così marcato possa davvero avere effetti positivi.
La travel industry americana sta lanciando segnali d’allerta, esprimendo preoccupazioni per l’effetto dissuasivo che tale aumento avrà sui viaggiatori stranieri. Questi potrebbero, infatti, scegliere di dirigersi verso altre mete. Geoff Freeman, presidente della U.S. Travel Association, ha sottolineato come queste “nuove tasse ingiustificate” siano difficili da accettare, soprattutto considerando che gli investimenti annunciati dovrebbero migliorare l’esperienza di chi entra nel Paese. Ma sarà davvero così?
Le conseguenze sul turismo
Negli ultimi anni, il turismo negli Stati Uniti ha subito un rallentamento, con un calo del 3,4% degli arrivi di turisti stranieri solo nell’ultimo giugno. Questo trend è stato confermato da un report del National Travel & Tourism Office, che evidenzia come attualmente il Paese abbia accolto circa 15,9 milioni di turisti, raggiungendo solo l’80% dei livelli pre-pandemia. Per molti, questo aumento dei costi sembra rappresentare un ulteriore ostacolo in un contesto già difficile, dove la percezione di accoglienza e i costi sono fattori determinanti per la scelta di una meta.
Freeman ha inoltre messo in evidenza come la riduzione dei finanziamenti a Brand USA, scesi quest’anno da 100 a 20 milioni di dollari, possa contribuire a un’ulteriore crisi di immagine per il Paese. Aumentare le tasse sui visitatori internazionali equivale a tassare una delle maggiori esportazioni degli Stati Uniti: la spesa dei viaggiatori, un aspetto cruciale per l’economia. Ma ci si può davvero permettere di compromettere una risorsa così preziosa?
Verso un futuro incerto
Come chef e appassionata di cultura gastronomica, ho sempre creduto nel potere dei viaggi di arricchire le esperienze culinarie. Ogni piatto racconta una storia, e ogni viaggio è un’opportunità per scoprire nuovi sapori e tradizioni. L’aumento dell’Esta non è solo un tema di costi; rappresenta una questione di accessibilità e di apertura verso il mondo. Il palato non mente mai: la cucina è un ponte tra culture e il turismo alimenta questo scambio.
Quindi, mentre ci prepariamo a esplorare le meraviglie culinarie degli Stati Uniti, è fondamentale considerare come questi cambiamenti impattino non solo sulla nostra esperienza di viaggio, ma anche sul futuro del turismo stesso. Dobbiamo mantenere viva la curiosità e l’amore per la scoperta, affinché il nostro desiderio di viaggiare continui a prevalere, nonostante le sfide che ci attendono. Dietro ogni piatto c’è una storia… E noi siamo qui per raccontarla.



