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La lingua è un ponte che ci unisce, un mezzo attraverso cui possiamo esprimere le nostre identità e le nostre esperienze. E chi meglio di Vera Gheno, sociolinguista e traduttrice, può illuminare questo tema? La sua vita è un affascinante viaggio tra culture e linguaggi, che inizia nei luoghi delle sue origini e si espande in un mondo ricco di diversità.
Ti sei mai chiesto come le parole possano promuovere l’inclusione? Vera ha dedicato la sua esistenza a esplorare proprio questo.
Le radici linguistiche di Vera Gheno
Vera è cresciuta in un contesto multilingue, immersa in un brodo linguistico che mescola italiano, ungherese e veneto. Questo ambiente ha plasmato non solo la sua visione del mondo ma anche la sua carriera.
“Sono nata in una cittadina dell’Ungheria, ma sono stata portata in Italia quando avevo solo tre mesi. Il mio percorso è stato influenzato dalla mia famiglia, che ha sempre valorizzato l’apprendimento delle lingue,” racconta Gheno. La sua formazione linguistica non è solo un aspetto della sua vita, ma un vero e proprio strumento di connessione e comprensione delle differenze culturali.
Con un genitore ungherese e l’altro italiano, Vera ha sempre navigato tra le lingue, creando un linguaggio personale che riflette la sua unicità. Questo approccio le ha permesso di diventare un’esperta nel comprendere le sfide e le opportunità che la diversità linguistica porta con sé. “Mischiare le lingue nei discorsi quotidiani è per noi una pratica normale, una sorta di enunciazione mistilingue che arricchisce le nostre conversazioni,” spiega. Il palato non mente mai, e le parole hanno un sapore unico quando vengono mescolate con cura.
Il linguaggio come strumento di cambiamento
Vera Gheno ha dedicato gran parte della sua carriera a promuovere l’importanza del linguaggio nel creare relazioni e comunità. Il suo impegno è evidente in numerosi saggi e nel podcast “Amare parole”, dove esplora come le parole possano essere utilizzate per costruire ponti tra le persone. “La comunicazione non è solo un atto linguistico, ma un modo per costruire relazioni umane,” afferma con passione.
La sua ultima monografia, “Nessunə è normale”, affronta il concetto di normalità, sottolineando che ciò che consideriamo ‘normale’ è in continua evoluzione. “Viviamo in una società normo-centrica, che spesso misura il valore delle persone in base alla loro conformità a questa idea di normalità. Ma il linguaggio può sfidare queste norme, creando spazi di inclusione e accettazione,” dice Vera. Questa riflessione è fondamentale in un mondo dove la diversità è sempre più presente, e il linguaggio può essere sia una barriera che un ponte.
Il legame con il territorio e le esperienze personali
Nonostante Vera sia cresciuta in Italia, ha un forte legame con la sua terra d’origine. Ogni estate trascorsa in Ungheria ha rafforzato la sua connessione con le radici culturali. “Quando torno a Gyöngyös, sento una risonanza profonda, quasi come se quel luogo avesse un impatto diretto sulla mia identità,” condivide. Questo legame si riflette nella sua opera, dove il rispetto per la cultura e la lingua è fondamentale.
Vivere a Firenze ha arricchito ulteriormente la sua esperienza. La città, con la sua storia e la sua bellezza, offre uno sfondo ideale per riflessioni profonde. “Firenze è un luogo dove le parole possono fiorire, proprio come i fiori nei giardini che circondano la città. Qui, ho trovato uno spazio per esprimere e condividere il mio amore per la linguistica,” afferma Vera, mentre racconta delle sue passeggiate nel verde toscano.
Infine, ti invitiamo a riflettere sul potere delle parole nella tua vita quotidiana. Ogni conversazione è un’opportunità per costruire relazioni, per ascoltare e essere ascoltati, per creare un mondo più inclusivo. Come ci insegna Vera Gheno, il linguaggio è più di una semplice comunicazione; è un modo per connetterci profondamente con gli altri e con noi stessi.



