Couchsurfing: cos’è e come funziona?

Nell'era dei social e della condivisione virtuale, si arriva anche al Couchsurfing, per condividere casa, risparmiando.

Quando la passione per i viaggi incontra il low cost più estremo, nasce il couchsurfing. Tecnicamente, con questo temine si fa riferimento ad un’alternativa più sbarazzina del comune B&B, dove per avere una stanza si deve pagare in contanti.

Praticando couchsurfing, letteralmente “surf sui divani“, si soggiorna a casa di persone che mettono a propria disposizione uno o più posti letto, completamente gratis!

Couchsurfing: come funziona

Non ci sono quindi né check-in né check-out, nessuna tassa di soggiorno, nessun costo per la pulizia o il cambio delle lenzuola.

I proprietari dell’immobile non vengono pagati in contanti poiché ottengono vantaggi di altro genere, come un aiuto in cucina, uno nell’orto, lezioni di lingua straniera, lezioni di chitarra oppure proprio uno scambio di ospitalità.

Questa misura, dall’aspetto giovane e audace, consente ai ragazzi di girare il mondo in modo economico, ampliando di riverbero anche il loro bagaglio culturale. Dal momento che ospitare perfetti sconosciuti in casa propria può essere rischioso, chi intende avvalersi del servizio si iscrive ad uno dei tanti portali a tema, che poi è una vera e propria community fatta da viaggiatori di tutte le nazioni.

A fronte di un piccolo contributo alla piattaforma, l’host può compilare la propria scheda e dichiarare la propria disponibilità. Il sistema consente agli internauti di trovare posti letto sia in base alla specifica città di destinazione che al percorso inserito, mostrando anche il tipo di alloggio. Iscriversi ad un portale non è certo l’unica via per praticare couchsurfing, dato che sui social abbondano i gruppi e le pagine a tema.

Sfortunatamente, mentre dietro una piattaforma vi è un certo controllo degli iscritti, soggetti anche a recensioni, restrizioni e requisiti, dietro un semplice messaggio in bacheca non è detto che vi sia l’affare del secolo.

Pro e contro del couchsurfing

Come già detto, nessuno dei proprietari richiede mai un pagamento in contanti, ma è imperativo essere degli ospiti graditi. No quindi ad azioni inappropriate, comportamenti illegali e rumori molesti. Alcuni host mettono a disposizione una camera all’interno del loro stesso immobile e forniscono anche le chiavi di casa al visitatore.

Non per questo, tuttavia, si può abusare della gentilezza rincasando a tarda notte. Altri ancora donano il proprio spazio in giardino ai campeggiatori che intendono dormire in tenda, ma preferiscono un contesto più urbano rispetto alla classica pineta attrezzata. Vi è poi chi offre la mansarda, il garage e la terrazza ma vi sono anche i duri e puri che mettono a disposizione esclusivamente il loro divano.

Uno dei pro del couchsurfing è quello di entrare davvero in contatto con il paese di destinazione e la sua cultura. Non è infatti raro mangiare assieme al proprietario o alla famiglia ospitante, che parlano la lingua locale, consumano cibi tipici ed hanno uno stile di vita ricco di curiose peculiarità.

Tra i contro, invece, vi è la possibilità d’incontrare persone incapaci di restare entro i limiti del regolamento. Fortunatamente, chi mette a propria disposizione un alloggio comunica con il potenziale visitatore prima di decidere se riceverlo o meno, valutandone la simpatia, la coerenza e l’affidabilità. Il viaggiatore, dal canto suo, nella richiesta di ospitalità deve mostrarsi il più naturale possibile, scrivendo frasi sensate e non i soliti messaggi standardizzati.

Quello che deve crearsi tra le parti è un vero e proprio feeling, che continua ad alimentarsi durante l’incontro. È compito dell’ospite, inoltre, chiarire sin da subito in che modo intende sdebitarsi e mantenere la parola data. I cuochi ad esempio possono proporre un percorso gastronomico personalizzato, gli artisti possono offrire lezioni private gratuite ma vanno bene anche un aiuto nelle faccende domestiche o lo scambio di ospitalità.

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