Saragozza, cosa vedere in 3 giorni nel capoluogo dell’Aragona

Churros e musei, un'accoppiata vincente a Saragozza.

La storia millenaria di Saragozza, odierno capoluogo dell’Aragona, inizia con la sua fondazione, avvenuta nel lontano 24 a.C. per volere dello stesso Cesare Augusto che la chiamò appunto Cesaraugusta. Da allora si sono succeduti musulmani, ebrei e cristiani e ognuno di essi ha lasciato una traccia splendida nell’architettura della città.

Ecco a Saragozza cosa vedere in 3 giorni.

Saragozza cosa vedere in 3 giorni

Primo giorno: le chiese più belle

Saragozza è stata plasmata attorno al suo fiume Ebro, intorno al quale si svolgono tutte le attività cittadine, proprio come avveniva in passato.

La stessa Piazza Pilar, cuore del centro storico della città, si affaccia sul fiume con i suoi eleganti edifici tra i quali spicca la Basilica di Nuestra Señora del Pilar.

L’edificio barocco, eretto nel 1681, è davvero spettacolare con le sue undici cupole e quattro torri: secondo la leggenda, la chiesa fu eretta attorno a quel pilastro (il pilar appunto) sul quale apparve seduta la Vergine Maria all’apostolo Giacomo. All’interno della chiesa, dove si legge nettamente l’influenza del barocco italiano e in particolare del Bernini, è possibile ammirare la cupola affrescata da Francisco Goya.

L’altra chiesa che si divide il palcoscenico mistico di Saragozza è la Cattedrale di San Salvador, risalente al XIV secolo: in essa convivono egregiamente gli stili barocco, gotico, plateresco, neoclassico. Tra i gioielli più preziosi della chiesa, oltre agli affreschi di Bayeu e Goya, c’è la cappella gotica Parroquieta sovrastata da una cupola in stile mudejar. La chiesa ospita inoltre il Museo Capitolare degli Arazzi, conservando all’interno splendidi esempi di arte tessile fiamminga e francese.

Secondo giorno: Lonja e Palazzo dell’Aljafería

Prima di riprendere la visita per le bellezze della città, non c’è nulla di meglio che gustare churros e cioccolata calda presso il più antico bar di Saragozza, ovvero il Gran Cafè Zaragoza, risalente al 1895.

Ricominciando il tour per la città, si riparte dalla Lonja di Saragozza ovvero la Borsa del Mercato, uno degli edifici più antichi della città. La struttura fu voluta espressamente da Don Hernando de Aragon, con lo scopo di dare ai cittadini interessati un luogo dove poter effettuare le loro transazioni e i loro commerci.

Se all’esterno appare come un elegante palazzo rinascimentale, l’interno rivela un solo ambiente caratterizzato da meravigliose volte stellate sorrette da centinaia di colonne; su ogni lato del salone infine si può scorgere lo stemma del re Carlo V.

Altrettanto affascinante è poi il Palazzo dell’Aljafería, uno degli edifici in stile arabeggiante più bello di tutta la Spagna, dichiarato non a caso Patrimonio dell’UNESCO. È infatti impossibile non rimanere estasiati davanti alla bellezza dei suoi giardini e della Torre Trovador dove spicca l’esotico stile mudejar.

Terzo giorno: musei

Uno dei maggiori esponenti della pittura spagnola è nato a due passi da Saragozza, precisamente a Fuendetodos: si tratta di Goya, al quale la città dell’Aragona dedica un museo all’interno del palazzo rinascimentale chiamato Casa di Jerónimo Cósida. Tra le opere dell’artista, comprendenti anche un prezioso autoritratto, spicca l’opera “Il sonno della ragione genera mostri”.

Altrettanto importante è poi il Museo delle Belle Arti di Saragozza, sulla cui facciata è possibile riconoscere le figure allegoriche dell’industria, del commercio e delle arti.

Il museo consta della sezione archeologica e di quella delle belle arti: nella prima si possono ammirare targhe bronzee recanti incisioni latine e iberiche, una testa dell’imperatore Augusto rinvenuta a Tarazona e resti del Palazzo dell’Aljafería. Nell’area delle Belle Arti invece sono ricche di dipinti gotici e di opere di Goya.

Si può completare la visita a Saragozza raggiungendo, nel cuore delle piacevoli campagne circostanti, la Certosa Aula Dei: sorge ad appena 15 km dalla città ed è stata fondata nel 1563. All’interno si può ammirare ciò che l’ha resa celebre in tutto il Paese e non solo: si tratta di un ciclo pittorico realizzato a soli 26 anni da Goya che vi ha raffigurato scene della vita della Vergine.

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