Fontana delle Rane di Coppedè a Roma: storia e curiosità

La storia della Fontana delle Rane del quartiere Coppedè di Roma e la sua famosa piazza.

Tra i quartieri più particolari e interessanti di Roma, il quartiere Coppedè, con la sua famosa Fontana delle Rane, è ai primi posti. Un luogo originale, che catapulta il viaggiatore in una realtà molto differente da quella che ci si aspetterebbe nella Capitale.

Ma scopriamo tutte le curiosità sulla sua statua e lo splendido quartiere romano.

Fontana delle Rane del quartiere Coppedè

Tra i luoghi più curiosi della Città Eterna è, di certo, il quartiere Coppedè. Pur non trattandosi di un vero e proprio quartiere, venne così chiamato dallo stesso architetto che lo ha progettato e da cui prende il nome, Gino Coppedè.

L’area è composta da diciotto palazzi e ventisette tra palazzine ed edifici disposte intorno al nucleo centrale di piazza Mincio. In realtà, il quartiere in cui si estende questa zona è quello Trieste, nell’isolato compreso fra via Tagliamento, via Arno, via Ombrone, via Serchio e via Clitunno.

Il cuore pulsante del “quartiere” è proprio lei: la fontana delle Rane in piazza Mincio. Su un progetto del 1915, infatti, l’architetto Gino Coppedè realizzò fino all’anno della sua morte un’area “residenziale” molto particolare.

Vi sono, infatti, palazzi e palazzine concepiti in uno stile assolutamente originale, che mischiava elementi architettonici medievali, rinascimentali, barocchi e Art Nouveau, con richiami anche al classicismo greco. Ed il nucleo centrale dell’area è costituito proprio da piazza Mincio.

Lo stile artistico

Una fontana finemente decorata e di ottima fattura, elaborata e piena di dettagli. La fontana delle Rane fu disegnata e realizzata dallo stesso architetto, nel 1924, in stile perfettamente barocco.

In una vasca esterna circolare posta su un gradino anch’esso circolare è inserita una piattaforma quadrilobata. Poi, su ogni lobo una vasca dalla forma di conchiglia molto decorata è sostenuta sulle spalle da due figure umane poste l’una di schiena all’altra, dalle cui bocche esce l’acqua contenuta nella conchiglia. Questa viene a sua volta riempita dal doppio getto emesso dalla bocca di una grossa rana.

Tra le basi delle due figure, le cui gambe si perdono nella composizione, vi è una seconda vasca, un po’ più sporgente e meno elaborata di quella superiore. I gruppi circondano un balaustro corto e tozzo, che sostiene il catino sommitale. La splendida fontana è così chiamata per le simpatiche otto piccole rane accovacciate sul bordo. Invece, sulla parte inferiore sono posizionati quattro mascheroni. Il catino è alimentato da uno zampillo centrale e dai getti che le otto rane indirizzano verso il centro.

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