Il CEMI di Savigliano: dove la tradizione incontra l’innovazione

Nel cuore di Savigliano, il CEMI rappresenta un laboratorio unico di idee e innovazione, dove il progetto si fonde con la storia.

Immagina di camminare in un luogo dove il silenzio è carico di creatività, dove le idee prendono forma e il futuro si costruisce con le mani. A Savigliano, questo luogo è il Centro Europeo di Modellismo Industriale (CEMI), un laboratorio che trasforma la quiete di un ex monastero in un vibrante ecosistema di innovazione.

Qui, il suono delle stampanti 3D si mescola al fruscio delle matite che disegnano forme nuove, creando un’atmosfera di intensa produttività e ispirazione. Chi non sarebbe affascinato da un simile spazio?

Il CEMI: un laboratorio di innovazione e creatività

Il CEMI non è solo un centro formativo, è un vero e proprio crocevia di talenti.

Qui, studenti, designer e professionisti collaborano per dare vita a progetti che uniscono design, ingegneria e sostenibilità. Questo spazio, attualmente in fase di restauro della sua storica sede nell’ex monastero di Santa Monica, continua a pulsare di energia creativa. La comunità che gravita attorno al CEMI è composta da individui motivati, pronti a esplorare nuove frontiere della cultura industriale, in una cittadina fortemente legata alla sua tradizione manifatturiera.

Non è incredibile come si possa trasformare un luogo di culto in un tempio dell’innovazione?

Il CEMI è un laboratorio dove l’idea si fa concreta. Le aule non sono semplicemente spazi di apprendimento, ma officine dove i progetti vengono realizzati, trasformati e sviluppati. In sinergia con il Politecnico di Torino, il centro offre corsi di laurea e master nel campo del design industriale e della prototipazione, creando un ponte tra accademia e impresa. Le aziende locali collaborano attivamente con gli studenti, ponendo sfide reali e condividendo competenze. Così, la città stessa si rigenera, trasformando il suo passato industriale in un motore per il futuro.

Un luogo di memoria e innovazione

La scelta di collocare il CEMI in un antico monastero non è casuale. Le pietre di quel luogo raccontano storie di tempo e pazienza, qualità essenziali non solo nella progettazione di oggetti, ma anche nella creazione di esperienze significative. La rigenerazione urbana avviene attraverso il ridare vita a spazi dimenticati, senza cancellarne la memoria. Il restauro dell’ex monastero, cuore del CEMI, è parte di un progetto più ampio che mira a valorizzare l’area. Quando tornerà a ospitare eventi, mostre e workshop, questo spazio diventerà una vera e propria “fabbrica della cultura”, dove arte, scienza e artigianato si fonderanno in un’unica esperienza. Chi non vorrebbe partecipare a una di queste esperienze?

Un esempio significativo del talento che emerge da queste mura è Katharina Sachs, una giovane designer tedesca che ha lavorato alla linea della Volvo EX30, un SUV elettrico che incarna la sostenibilità e l’innovazione. Formata al CEMI, Katharina ha imparato a dare ascolto alla materia: “Ogni forma nasce da una necessità, ogni curva ha un senso”, afferma, sottolineando come il suo lavoro rifletta la filosofia del centro.

Un modello di sostenibilità e collaborazione

Il CEMI è un racconto collettivo, un intreccio di storie di chi arriva da lontano per studiare, di chi resta per avviare nuove imprese, contribuendo all’economia locale con start-up innovative. Qui si insegna a rallentare in un mondo che corre, a progettare con consapevolezza, immaginando soluzioni non solo funzionali ma anche belle e sostenibili. Non è un caso che molti progetti nascano attorno ai temi della transizione ecologica e dell’economia circolare. Ti sei mai chiesto come si possa coniugare design e sostenibilità?

Ogni giorno, nel laboratorio del CEMI, si incontrano mani e pensieri, memoria e immaginazione. È un luogo dove si lavorano i prototipi dell’industria di domani, ma anche un nuovo modo di abitare il mondo: più leggero, più intelligente, più umano. Il CEMI rappresenta un esempio virtuoso di come la cultura possa fungere da motore di rigenerazione, dimostrando come un antico monastero possa tornare a vivere, accogliendo la bellezza del fare. Perché, in fondo, ogni oggetto ha una forma; solo alcuni, però, hanno un’anima, e il CEMI sembra proprio essere uno di quei luoghi in cui le anime prendono forma.

Scritto da Staff

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