Oymyakon, temperature gelide. Raggiunti -89 gradi

A Oymyakon, un villaggio della Siberia, è stata registrata una temperatura da record: 89 gradi sotto lo zero.

Se per voi l’inverno non è inverno senza un freddo pungente, allora preparate le valigie e prendete un volo per la Siberia. Lì troverete il posto che fa per voi: il villaggio di Oymyakon. In questa piccola cittadina si è appena registrata una temperatura da record: ben 89 gradi sotto lo zero.

Il villaggio dei record

Non è la prima volta che Oymyakon si fa conoscere per il suo freddo da record. Già nel gennaio del 1926, i termometri avevano registrato una temperatura che metterebbe alla prova chiunque. Si parlò di oltre 68 gradi sotto zero.

In realtà, la temperatura fu contestata e secondo alcuni il freddo fu ancora più intenso, fino a superare i 70 gradi.

Ciò che è certo è che gli abitanti di Oymyakon sono abituati a inverni incredibilmente freddi. Nei mesi invernali infatti la temperatura media si aggira intorno ai -50 gradi. Per non parlare delle ore di luce, che in inverno non sono più di tre. Freddo e buio non lasciano mai questa zona della Siberia. Mettetelo in conto e decidete di fare una vacanza da quelle parti!

Cosa rende Oymyakon la città più fredda del mondo? La sua posizione particolare. Qui infatti il clima è influenzato dall’anticiclone russo-siberiano, che non protegge dal freddo, anzi, lo enfatizza.

Primavere miti

Paradossalmente, durante i mesi caldi le temperature sono davvero miti. In primavera, il termometro tocca i 22 gradi. Le ore di luce aumentano gradualmente fino ad arrivare alle 21. I ghiacci si sciolgono e il paesaggio cambia completamente volto. Insomma, la situazione rispetto all’inverno è completamente ribaltata.

La vita a Oymyakon

Ma com’è vivere in un posto freddo e difficile come Oymyakon? Non è una passeggiata, sicuramente. Lo sanno bene i suoi circa 800 abitanti. Sono quasi tutti appartenenti all’etnia Turkic Yakut, originaria di questa zona della Russia orientale.

Questi indigeni sono abituati alle temperature rigide della loro città e sanno quali precauzioni prendere per sopravvivere. Per esempio, sono molto attenti a non lasciare mai le automobili spente all’aperto durante l’inverno. È facile immaginare che a quelle temperature il motore non riuscirebbe più a partire. Per questo tutte le macchine sono chiuse in garage appositamente riscaldati.

Naturalmente il rischio più grande, però, lo corrono le persone. Il freddo da record mette a dura prova la salute degli abitanti di Oymyakon. L’unico modo per difendersi dal gelo è restare al chiuso e, se si esce, assicurarsi di essere coperti a sufficienza. È fondamentale non lasciare scoperto neanche un centimetro di pelle più del necessario, per non rischiare di andare incontro a geloni o, peggio, all’ipotermia.

Certo, i siberiani hanno anche un altro alleato, meno convenzionale, per combattere il freddo. Quale? La caldissima vodka russa, naturalmente! Ma anche cibi caldi come la zuppa di renna, un piatto tipico siberiano, perfetto per l’inverno.

I Turkic Yakut

I Turkic Yakut sono una popolazione molto semplice e tradizionale. Ancora oggi vivono essenzialmente di pesca e caccia, due attività che permettono loro di procacciarsi il cibo di cui hanno bisogno. Carne e pesce, infatti, sono gli alimenti principali della loro dieta. Non è difficile capire il perché: il terreno gelato per gran parte dell’anno è inadatto alla coltivazione di cereali, frutta e verdura.

Le pelli degli animali cacciati sono anche estremamente utili per realizzare vestiti adatti a difendersi dal gelo.

Se decidete di visitare Oymyakon, preparatevi a qualche stranezza. La prima è questa quasi tutti i bagni si trovano all’esterno delle case. Può sembrare strano, visto che questo significa dover uscire al gelo diverse volte al giorno. In realtà, la causa di questa stranezza è proprio il freddo. Le temperature sono troppo basse per permettere agli abitanti di avere un efficace impianto idraulico in ogni casa. Così il comune di Oymyakon garantisce servizi igienici pubblici ed esterni per tutti i cittadini.

Non scandalizzatevi neanche per le fogne della città, che sono costituite da una semplice fossa di legno. Abituatevi anche all’idea che ogni giorno vedrete una ruspa passare per le vie della città. Il suo compito è distribuire agli abitanti il carbone che verrà bruciato durante il giorno per scaldarsi.

E se volete comprare qualcosa? Nessun problema, basta andare nel negozio locale. Non potete sbagliare: in tutta Oymyakon ce n’è uno solo!

Il reportage di Chapple

Questa popolazione così fiera e resistente alle avversità affascina chiunque entri in contatto con loro. È quello che è successo anche ad Amos Chapple, un fotografo professionista neozelandese. L’uomo ha apprezzato talmente tanto questa popolazione da decidere di realizzare un fotoreportage su di loro. Le sue fotografie hanno permesso al mondo di conoscere la vita dei Turkic Yakut, tra ghiacci e neve.

Certo, per Chapple non è stata un’impresa da poco. Non solo ha dovuto resistere alle temperature estreme di Oymyakon, ma ha anche dovuto salvare la sua attrezzatura fotografica dal freddo. Il gelo siberiano infatti ha seriamente rischiato di danneggiare la macchina fotografica. Ma per fortuna Amos è riuscito a portare a termine il reportage e oggi possiamo apprezzare il suo lavoro.

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