Val di Noto, Patrimonio dell’Unesco: cosa vedere

Alla scoperta delle architetture barocche della Val di Noto

È il luogo in cui il fascino del Barocco, l’incanto della natura e i sapori della Sicilia si incontrano, dando vita alla Val di Noto. Si tratta di un vallo nella parte sud della Sicilia, delimitato da tre fiumi, individuato tra le province di Ragusa, Siracusa, Catania, Enna e Caltanissetta, comprende otto capolavori di stile barocco: Caltagirone, Militello, Modica, Palazzolo Acreide, Ragusa, Catania, Scicli e Noto, appunto.

Quest’ultima è da considerarsi quale capitale del barocco italiano, in cui cui palazzi nobiliari e chiese rappresentano al meglio il movimento artistico. Ma analizziamo le principali città e le loro bellezze.
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Catania

È una delle città più grandi e conosciute del Vallo. Dopo la distruzione del 1669 a causa di un’eruzione dell’Etna, la città fu ricostruita con pietre locali e prodotto di miniere di lava, per questo i monumenti sono costruiti secondo un’alternanza di bianco e nero. La Cattedrale di Sant’Agata è un gioiello di questa città, in stile barocco, che si affaccia sul tradizionale e coloratissimo mercato del pesce. Al centro si rivela il simbolo della città U Liotru, un elefante coronato da un obelisco. Tutt’intorno si possono ammirare palazzi, chiese e conventi realizzati da grandi architetti del Settecento, come Villa Cerami, che oggi ospita la facoltà di giurisprudenza dell’Università della città, Palazzo Reburdone e il palazzo del Toscano.

Siracusa

Grazie alla sua posizione e al suo porto naturale, è stata un’importante città greca. È divisa in città vecchia, l’isolotto di Ortigia, e la parte nuova in espansione. Ortigia è una delle testimoniante più belle e vive della presenza greca e del passato glorioso di questa terra: qui è possibile ammirare templi classici, come quello di Apollo, e palazzi aragonesi e di epoca barocca. Il panorama che offre questa città è composto da cortili, scorci e vicoli arabeggianti abbracciati dal mare, tutti da scoprire. A dominare sui palazzi barocchi intorno alla piazza principale, c’è la pianta semicircolare del Duomo, che sorge sulle rovine di un preesistente tempio greco.

Modica

La chiamano “il presepe naturale”, a buon diritto. Il tessuto urbano di questa città è una fitta rete di casette, vie e lunghe scalinate, che richiamano a gran voce l’impianto medievale del centro storico. Dopo un forte terremoto nel 1693 Modica venne ricostruita in stile barocco e, con lei, le chiese matrici della città: San Pietro e San Giorgio. Durante i secoli, fu teatro di molte invasioni, tra cui quella degli aragonesi, che contribuì a farne “Regno del Regno” dandole prestigio economico e storico. Tra gli esempi più belli di questa rinascita della città c’è Palazzo Napolino-Tommasi Rosso. Modica è anche la città del cioccolato e ogni anno viene organizzato il festival ChocoModica. Non possiamo dimenticarci di citare Quasimodo, poeta premio Nobel per la letteratura del 1959, nato qui nel 1901.

Scicli

A pochi chilometri da Modica sorge la città di Scicli, anch’essa ricostruita dopo la scossa del 1693. L’itinerario indubbiamente parte dal cuore della città, costituito da Piazza Italia, governata dalla chiesa di Madre della Madonna delle Milizie e da altri palazzi imponenti. In occasione della Pasqua la statua a cui è dedicata la chiesa portata in processione, dando l’opportunità ai fedeli di adorare uno dei rarissimi esempi di madonna armata. Sopravvissuto al terremoto è il complesso monastico dei Carmelitani, risalente al 1386 e la chiesa di Santa Maria La Nova, in stile neoclassico. Il Palazzo Beneventano è particolarmente suggestivo ed elegantemente barocco. La città è una delle tappe obbligate per gli appassionati della fiction del Commissario Montalbano, qui ambientato e girato.

Caltagirone

L’origine antichissima della città di Catagirone è testimoniata da reperti artistici e numismatici che la rivelano come una delle numerose città greco-sicule. Testimonianze monumentali dell’antica presenza di uomini classici nella zona sono le necropoli dell Rocca, delle Pille, del Salvatorello e di molti altri. I reperti più rari si rifanno alla dominazione romana, bizantina e saracena. Molte furono le dominazioni della città: dai Normanni, Svevi e gli Angioini. Il terremoto del 1542 mise in ginocchio la città, che però, anche durante la ricostruzione, mantenne l’impianto tardo-rinascimentali della croce di strade, costituita dalla Scala di Santa Maria del Monte e da via San Giorgio, una delle più importanti della città in cui si può ammirare lo stemma araldico cittadino. Passando da Caltagirone non si può non visitare la chiesa di San Giacomo apostolo e quella di San Pietro, che presenta un portale bronzeo e una facciata gotica. La città è un vero e proprio polo museale in cui arte antica e moderna si incontrano e convivono armoniosamente.

Militello Val di Catania

Città museo per eccellenza, anch’essa colpita dal terremoto seicentesco, venne ricostruita pian piano in stile barocco, che le permise di essere proclamata del 2002 patrimonio mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. La fortuna di Militello si deve a Giovanna D’Austria, che la trasformò in corte e portò il gusto del bello e dell’arte, facendola fiorire e vivere il momento di massimo splendore. Il Monastero Benedettino è un classico esempio di palazzo in stile barocco che insieme a varie chiese, come quella di Santa Maria alla Catena o di Maria SS. Della Stella, riempiono la città. Annualmente, il 29 agosto, si tiene la festa di Santa Maria La Stella, patrona della città, in cui la santa viene portata in processione per le vie attraversando un tripudio di fiori coloratissimi.

Ragusa Ibla

è divisa in due città: Iblea e Ragusa, la prima è quella nuova, moderna e commerciale; la seconda è più intima, caratteristica. Sul tratto dei tornanti che da Ragusa portano ad Ibla, tra stretti vicoli, spicca la cupola azzurro cielo della Chiesa della Madonna dell’Itria, decorata con maioliche di ceramica colorata di Caltagirone, che raffigurano vasi floreali. La ricostruzione dopo il sisma, ha la firma dell’architetto Gagliardi, che aveva fatto esperienza giovanile a Noto. Si possono identificare piccoli grappoli di case, piazzette, vicoli e chiese, dominati dall’alto dalla Basilica di San Giorgio, rigorosamente in stile barocco. Il luogo è reso ancora più affascinante dalla descrizione della città di Andrea Camilleri, che tramuta gialli e misteri in colori e magia.

Palazzolo Acreide

È una piccola città che nasce sulle robine dell’antica Akrai, insediamento cancellato dal tempo. La vecchia città si estendeva sulla cima della collina, che ne faceva un punto di osservazione unico a difesa della città e da cui oggi si vede un antico teatro Greco-Romano in pietra bianca e un bouleuterion, edificio che ospitava il consiglio della polis nell’antica Grecia. La nobiltà che era a capo di Palazzolo fece costruire palazzi dalle eleganti architetture, quali Caruso e Judica. Nonostante la grande storia che caratterizza questa città, rimangono comunque vive le diverse testimonianze della civiltà contadina siciliana.

Noto

Regina indiscussa della Valle, da cui prende il nome, è la città di Noto. Dopo la distruzione dovuta al terremoto, la città venne ricostruita alcuni chilometri più a valle rispetto a prima. Nel XVIII venne ricostruita seguendo lo stile dell’epoca, creando così un vero trionfo del barocco: palazzi, chiese, monasteri, piazze e un fitto sistema di acquedotti. La nuova Noto venne organizzata lungo tre vien principali: nella via più alta si insediò la nobiltà, in quella centrale il clero e in quella più bassa, l’ultima, il popolo. Qui, illuminati dal sole, sorgono imponenti palazzi nobiliari e religiosi, costruiti con pietra calcarea locale. Alla fine di un lungo viale alberato, costeggiato dal Giardino Pubblico, tappa imperdibile, troviamo l’asse principale di Noto: Corso Vittorio Emanuele, in cui si trovano tre piazze, su ognuna delle quali si affaccia una chiesa. Piazza Municipio rende il confronto tra potere religioso e potere temporale del XVIII secolo: Palazzo Ducezio e la Cattedrale, uno di fronte all’altra. Proseguendo lungo Corso Vittorio Emanuele si sviluppa via Nicolaci, su cui si aprono alcuni dei palazzi più belli e caratteristici di Noto. Qui, a Maggio, viene realizzata la celebre infiorata, in cui la via si colora di petali grazie alla maestria di alcuni artisti. Ultima, ma non di certo per importanza, citiamo Piazza XVI Maggio, in cui si possono ammirare la Chiesa di San Domenico e la Villetta d’Ercole, al cui interno troviamo la fontana dedicata all’eroe greco.

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