Fernando Jacopozzi e il suo contributo a Parigi, la città delle luci

Un secolo fa, un ingegnere italiano trasformò Parigi in un'opera d'arte luminosa. Scopri la sua straordinaria storia.

Immagina di passeggiare per le strade di Parigi, mentre il sole tramonta e la città inizia a brillare di una luce dorata. Questo scenario, che oggi diamo per scontato, è il risultato del genio di un uomo che ha saputo trasformare la capitale francese in un palcoscenico di luci e colori.

Stiamo parlando di Fernando Jacopozzi, un ingegnere fiorentino che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della Ville Lumière. Oggi, a cent’anni dalla prima illuminazione della Tour Eiffel, ripercorriamo la vita e le opere di questo straordinario artista della luce.

La nascita di un genio luminoso

Nato a Firenze nel 1877, Jacopozzi emigrò in Francia nel 1900, proprio durante gli albori della Belle Époque.

La sua visione innovativa lo portò a concepire l’illuminazione dei monumenti parigini, un’idea che avrebbe cambiato per sempre il volto della città. Ma chi avrebbe mai pensato che un ingegnere potesse diventare il ‘mago della luce’? Prima di ottenere questo titolo, Jacopozzi aveva già dimostrato il suo ingegno creando una finta Parigi durante la Prima Guerra Mondiale, un’operazione segreta concepita per confondere i bombardamenti nemici.

Questo primo grande successo gli valse la Legion d’Onore e aprì le porte a nuove e audaci sfide.

Nel 1925, l’Exposition des Arts Décoratifs gli commissionò l’illuminazione della Tour Eiffel. In soli due mesi, il suo team montò oltre 250.000 lampadine sul simbolo più iconico di Parigi, trasformandolo in un capolavoro di ingegneria e creatività. Non solo un ingegnere, ma anche un vero artista, Jacopozzi creò ben nove diverse scenografie luminose che incantarono i visitatori. L’illuminazione della Torre fu finanziata da André Citroën, il fondatore della famosa casa automobilistica, che intuì l’opportunità di una pubblicità senza precedenti, associando il suo brand a un monumento così prestigioso.

Il potere della luce e il segno del tempo

Il 4 luglio 1925 rappresenta una data storica, non solo per Parigi, ma per la storia della pubblicità. La scritta Citroën, alta venti metri e visibile da lontano, divenne una parte integrante del paesaggio parigino, un simbolo di modernità che affascinò anche il celebre aviator Charles Lindbergh, accolto trionfalmente a Parigi nel 1927. Questo evento non solo consacrò Jacopozzi come il ‘mago della luce’, ma lo portò a illuminare anche altri monumenti iconici della città, come la Basilica del Sacro Cuore e l’Arco di Trionfo.

Ogni Natale, il suo talento brillava nei grandi magazzini parigini, dove i giochi di luce incantavano passanti e turisti. Dietro ogni lampadina accesa, c’era una storia di passione e dedizione. La sua capacità di trasformare la luce in emozione ha fatto di lui un pioniere nel suo campo e ha contribuito a creare l’atmosfera magica che caratterizza Parigi. Come chef ho imparato che dietro ogni piatto c’è una storia, e così è per ogni lampadina che illumina la nostra vista: una storia di creatività, innovazione e amore per l’arte.

Un’eredità luminosa

Oggi, a un secolo dalla prima illuminazione della Tour Eiffel, la figura di Fernando Jacopozzi è celebrata con eventi come il Festival Dolce Vita sur Seine, che unisce Roma e Parigi attraverso la cultura e l’arte. Le sue opere non sono solo monumenti illuminati, ma veri e propri racconti che continuano a vivere nel cuore di chi visita la capitale francese. Il palato non mente mai, e così la nostra memoria è alimentata dalle storie che ci circondano, da quelle luci che brillano nella notte parigina. Lascio a te la scoperta di questa magia, invitandoti a passeggiare sotto la Tour Eiffel illuminata, respirando l’aria di una città che, grazie a Jacopozzi, non ha mai smesso di brillare.

Scritto da Staff

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