La riapertura di Notre Dame e il vino naturale per la celebrazione

La scelta simbolica del vino per la riapertura della cattedrale di Notre Dame

Il ritorno di Notre Dame dopo l’incendio

Era il quando un devastante incendio ha ridotto in cenere la storica cattedrale di Notre Dame, lasciando il mondo intero incredulo di fronte alla distruzione di un simbolo della cultura e della fede.

Oggi, a cinque anni di distanza, il conto alla rovescia per la riapertura della cattedrale è ufficialmente iniziato. L’arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich, ha scelto un vino naturale per il primo rito ufficiale, segnando un momento di rinascita e speranza.

Il vino naturale del Domaine de la Bénisson-Dieu

Per questa occasione speciale, è stato selezionato un vino prodotto dal Domaine de la Bénisson-Dieu, una piccola tenuta di appena 2,6 ettari situata nella regione vitivinicola della Loira.

La scelta di un vino naturale, piuttosto che di grandi etichette, riflette un desiderio di autenticità e connessione con la terra. I proprietari, Régis e Aude-Reine Anouil, hanno intrapreso un viaggio unico, passando dalla carriera nella chiesa cattolica alla viticoltura, realizzando il loro sogno di produrre vini biologici e naturali.

Un legame tra spiritualità e natura

La scelta del vino per il primo rito nella cattedrale restaurata ha un significato profondo.

Dodici bottiglie della cuvée Vin de France, un blend di chardonnay, grenache blanc e clairette, accompagneranno le celebrazioni religiose durante la prima settimana di riapertura. Gli Anouil, ispirati dall’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, hanno offerto il loro vino come “umile contributo” alla riapertura, creando un legame tra la loro piccola tenuta e uno degli eventi religiosi più attesi degli ultimi anni. Questo gesto rappresenta un modo per onorare la terra e la spiritualità, unendo la tradizione vitivinicola con la sacralità del rito.

Un futuro sostenibile per la viticoltura

Oltre alla celebrazione, la coppia ha in programma di ampliare la loro piantagione, aggiungendo 1,3 ettari di vitigni ibridi come souvigner gris e cabernet blanc. Queste varietà sono state scelte non solo per la loro resistenza, ma anche per la loro capacità di ridurre il lavoro necessario nel vigneto, in linea con la loro visione di una vinificazione a basso intervento. La storia di Régis e Aude-Reine Anouil è un esempio di come la passione per la natura e la spiritualità possano unirsi, creando un futuro sostenibile per la viticoltura.

Scritto da Redazione Viaggiamo

Lascia un commento

La drammatica uscita di Angelo Madonia da “Ballando con le stelle”

Il cammino di Avvento: un percorso di speranza e rinnovamento

Leggi anche