Lavorare viaggiando, alcuni consigli utili

A chi non è mai capitato di vedere sui social foto e video di persone che lavorano viaggiando? Magari seduti a un bra fronte mar con il proprio laptop intenti a scattarsi delle foto per scatenare invidia e frustrazione nelle persone ‘normali’.

A chi non è mai capitato di vedere sui social foto e video di persone che lavorano viaggiando? Magari seduti a un bra fronte mar con il proprio laptop intenti a scattarsi delle foto per scatenare invidia e frustrazione nelle persone ‘normali’.

In ogni caso, però, al netto dei like che una persona vuole ricevere nel mostrare di aver fatto una scelta del genere, lavorare viaggiando è possibile. Semplicemente, è necessario essere pronti mentalmente ad affrontare un percorso avvincente, affascinante, sorprendente sì ma non certamente privo di difficoltà.

Ecco, comunque, qualche consiglio utile.

Prendersi tutto l’occorrente che serve dalla propria casa

È la fase più importante. Partiamo proprio dall’inizio, dalla fase preparativa. Immaginiamo che si viva nella classica casa – in centro o in periferia non fa alcuna differenza – e, quindi, si sia deciso di affrontare una nuova fase della propria vita.

Ecco, il primo consiglio è quello di essere molto attenti nel prendere tutte le cose che interessano e che, magari, non devono essere dimenticate in alcun modo. Si pensi, ad esempio, al computer portatile: come si può pretendere di lavorare in smart working senza un PC? Per evitare tutto questo, è importante controllare il listino prezzi traslochi in modo da effettuare per bene il trasloco senza spendere un capitale e senza che possa essere dimenticato nulla.

Almeno, magari, per sistemare tutto ciò che serve in un ripostiglio o in una cantina che abbiamo.

Non sono tutte rose e fiori

Quando vediamo delle immagini sui social, il più delle volte abbiamo una sorta di bias cognitivo. Nel senso che pensiamo che le persone siano sempre in viaggio. Perché, magari, pubblicano spesso delle foto con aperitivi e paesaggi.

Una sorta di distorsione cognitiva che ci fa vedere cose che in realtà non esistono. Ed è proprio qui che si gioca, poi, tutto l’andazzo: fare il nomade digitale oppure mollare tutto per partire non significa avere una vita fatta di rose e fiori. Se, poi, si è completamente da soli allora il discorso ha ancora più valore.

Eh sì, perché le difficoltà sono tante ed è importante essere temprati per superarle. Ovviamente, le persone mostrano solo ciò che di bello fanno e il loro lato migliore. Ma lasciare tutte le comodità per intraprendere un viaggio lungo, senza meta, che chissà dove porterà non sempre è facile. Soprattutto all’inizio.

Non stiamo certamente dicendo che non va fatto, anzi. Alla lunga ti regala delle emozioni e delle sensazioni che sono assolutamente impagabili: su questo non ci piove. Però un conto è partire consci del fatto che le difficoltà sicuramente si presenteranno e ci saranno e un altro è partire sapendo che è tutto rose e fiori.

È proprio nelle difficoltà che, però, spesso riusciamo a dare il meglio di noi. Il consiglio, comunque, è di partire se senti la pulsione di essere nomade. Anche per un periodo breve della tua vita.

Avere una buona oculatezza delle spese da affrontare fin dall’inizio

Se sei abituato a spendere e spandere allora dovrai darti una regolata. Quando si è fuori, è fondamentale avere una gestione oculata del proprio denaro. Attenzione: non vuol dire che si deve essere tirchi e non spendere neppure un euro per fare una esperienza che solo in quel paese si può avere. Ma si tratta di essere parsimoniosi nelle scelte da fare. Fin dall’inizio.

Prima parlavamo di traslochi: non bisogna andare nella prima azienda che capita. Anzi. Bisogna cercare bene perché se si vive in una grande città non bisogna dare per scontato che non si possa risparmiare. Del resto, giusto per fare un esempio, basta confrontare i prezzi dei traslochi a Roma tra le varie imprese che ci sono sul territorio per capire che, con un pizzico di tempo e calma in più, si può trovare la soluzione migliore a un prezzo conveniente.

Noi abbiamo menzionato Roma che è la Capitale ed è una città mediamente costosa. Ma il ragionamento può essere valido in tutta Italia, da Nord a Sud, da Milano alla Sicilia passando per Napoli. C’è bisogno di tempo? Sì, ovvio. Perché quando si fanno scelte di questo tipo non bisogna lasciare nulla al caso.

Essere propenso a non avere un lavoro fisso

Qui è opportuno sradicare una certezza tutta italiana: il posto fisso. Chi lascia tutto per lavorare viaggiare deve mettersi in testa che nessuna azienda darà uno stipendio fisso ogni mese se non porta risultati. Anzi, questo è già un discorso diverso perché vuol idre che si sta semplicemente lavorando in modalità smart working. Quindi anche con un pizzico di certezze in più.

Invece, se si molla davvero tutto per partire – ad esempio per fare il nomade digitale, un mestiere tanto in voga in questi anni – la situazione è totalmente diversa: bisogna procacciarsi clienti ogni giorno, pensare che se non si lavora non si guadagna. E se si sta lontano da casa non si può pagare né l’affitto e nemmeno la benzina se si vive in un camper.

Ecco, si deve avere ben chiara la concezione che si vive senza alcuna certezza in cui possono esserci momenti di magra e momenti di vacche grasse. Certo, questa adrenalina può essere emozionante sotto certi punti di vista ma anche generare forte stress. Però si arriverà a un punto in cui si potrà di aver vissuto e di aver provato esattamente ciò che si voleva da tempo. E non si aveva il coraggio di renderlo reale.

Scritto da Redazione Viaggiamo

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