Un viaggio nel tempo: il quartiere gallo-romano di Melun

Un viaggio affascinante nel cuore della storia di Melun e della sua antica città gallo-romana.

Nel cuore della Senna e Marna, la cittadina di Melun custodisce un tesoro di storia dimenticata, che sta finalmente riemergendo grazie a recenti scavi archeologici. Immagina di passeggiare nel cortile di quella che un tempo era l’ex Scuola Magistrale, un edificio storico costruito tra il 1878 e il 1880, e di scoprire un intero quartiere gallo-romano appartenente all’antica città di Metlosedum.

Questa affascinante scoperta, frutto del lavoro di un team di esperti dell’INRAP e del Servizio di Archeologia Dipartimentale della Senna e Marna, ci offre uno sguardo privilegiato sulla vita quotidiana durante l’epoca romana, un periodo che ha lasciato una traccia indelebile su questo territorio.

La storia di Metlosedum e l’importanza del ritrovamento

Situata a circa 40 km a sud-est di Parigi, Melun si sviluppa lungo un’ansa della Senna, circondata dalle incantevoli alture della Brie e del Gâtinais. In epoca romana, la città era conosciuta come Metlosedum e faceva parte del territorio dei Senoni, un popolo gallico la cui capitale era Sens.

Annessa alla provincia della Gallia Lionese sotto Augusto, Metlosedum si trovava in una posizione strategica, a pochi passi da importanti centri gallici come Meaux, Parigi e Orléans. Ti sei mai chiesto come si viveva in una città così cruciale per il commercio e la cultura dell’epoca? La scoperta di questo sito e delle sue antiche strutture ci permette di immaginare le strade affollate e le voci degli abitanti che risuonavano tra i palazzi.

Il sito degli scavi, che si estende per circa 3.500 m², si trova all’incrocio di due vie principali dell’antica città: il decumano e il cardo, oggi corrispondenti a rue de Belle Ombre e rue de Dammarie. Questo crocevia era il cuore pulsante della Melun romana, un’area ben organizzata che rifletteva la complessità della vita urbana del tempo. Posso quasi sentirne l’energia, con mercanti che contrattavano e cittadini che si scambiavano notizie e prodotti freschi.

Le scoperte archeologiche: un viaggio nel passato

Durante gli scavi, sono emersi i resti di due complessi edilizi distinti, separati da spazi aperti e strutture di servizio. Il primo, situato a ovest, presenta un imponente edificio rettangolare di circa 700 m², la cui pianta suggerisce una disposizione attorno a un cortile centrale, tipica delle domus romane. La qualità della costruzione, con fondamenta in pietra e malta di calce, unita alla presenza di una cantina sotterranea ben conservata, ci fa ipotizzare che fosse una residenza di alto livello. Il palato non mente mai: immagina i banchetti che si tenevano in questi spazi, ricchi di sapori e convivialità.

Circa 40 metri più a est, un secondo nucleo abitativo di circa 600 m² è attualmente in fase di studio. Qui è stato identificato un possibile spazio cucina, con un focolare quadrangolare e condutture in terracotta, segni di un’organizzazione domestica complessa. Non si esclude che entrambi i complessi facessero parte di un’unica grande residenza, un luogo di vita vibrante e ricco di attività. Pensare a come questi antichi romani gestivano le loro risorse e organizzavano la vita sociale è un invito a riflettere su quanto sia importante la comunità nelle nostre vite quotidiane.

In aggiunta, sono stati rinvenuti otto pozzi antichi, realizzati con pietrisco calcareo, e numerose fosse e buche per pali, a dimostrazione di un’architettura mista e di una comunità ben strutturata. Questi ritrovamenti non solo raccontano la vita quotidiana dei suoi abitanti, ma offrono anche spunti di riflessione su come questi antichi romani gestivano le loro risorse e organizzavano la loro vita sociale. Non è affascinante pensare a come le scelte quotidiane di allora possano risuonare nella nostra vita moderna?

Un legame con la memoria storica: il sito e le sue stratificazioni

Curiosamente, il sito conserva anche resti di trincee costruite durante la Seconda Guerra Mondiale, utilizzate come rifugi antiaerei. In una di queste strutture è stato rinvenuto un elmetto Adrian, databile intorno al 1926, che aggiunge un ulteriore livello di stratificazione storica a questo luogo. Ogni elemento rinvenuto arricchisce la narrazione di Melun, una città che ha visto passare secoli di storia, stratificandosi in un mosaico di esperienze e culture. Dietro ogni piatto, ogni edificio, c’è una storia che merita di essere raccontata e ricordata.

In occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, il sito è stato aperto al pubblico, offrendo l’opportunità di interagire con gli archeologi e scoprire i risultati di ricerche condotte in questo straordinario contesto. Ogni visita rappresenta un invito a esplorare la storia, a immergersi in un passato che, sebbene lontano, è ancora vibrante di vita e significato. Ti va di scoprire queste storie? Ogni passo in questo luogo è un passo nel tempo, un viaggio che arricchisce la nostra conoscenza e ci avvicina alle nostre radici.

Scritto da Staff

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