Vendemmia di settembre, cosa sapere sulla raccolta dell’uva

Il momento della vendemmia è unico e insostituibile, a contatto con la natura, i suoi colori e profumi straordinari.

Il mese di Settembre è da sempre considerato il periodo della vendemmia e, nell’immaginario collettivo, soprattutto nel nostro Bel Paese, si hanno presente le ampie distese dei vigneti assolati e il duro, ma gratificante, lavoro che si svolge nei campi e nelle cantine per ottenere un risultato eccellente.

Vendemmia di settembre, tra modernità e tradizione

Fino a qualche decennio fa la vendemmia era un’operazione prevalentemente familiare, durante la quale ci si riuniva per lavorare duramente ma anche per assaporare momenti di convivialità e ricchi di tradizioni. Da quando la produzione e vendita dei vini è diventata molto ampia e in gran parte meccanicizzata, le giornate passate nei vigneti riguardano soprattutto manodopera esterna, ma ciò non sminuisce il fascino di questa operazione millenaria e sapiente.

In realtà, in alcune zone d’Italia – come, ad esempio, in Sicilia – la raccolta dell’uva può iniziare già dalla fine del mese di luglio: questo perché le condizioni climatiche caratteristiche di ogni zona influiscono sulla maturazione dell’uva anticipandone o ritardandone la raccolta. Così, è possibile seguire un certo calendario della vendemmia cominciando dalla Sicilia a fine luglio, proseguendo con la Toscana, il Piemonte e il Veneto nei mesi di agosto e settembre, fino ad interessare tutte le altre regioni, basti pensare che le uve più tardive vengono raccolte addirittura a novembre.

Come si diceva poc’anzi, durante la fase di raccolta dell’uva è sempre più frequente trovare all’interno delle aziende vinicole manodopera esterna e stagionale. Molto spesso studenti alla ricerca di un lavoretto oppure addetti al lavoro che desiderano arrotondare lo stipendio ma, negli ultimi anni, si è diffusa sempre più la voglia di vivere questa esperienza tra i vigneti anche da parte di comuni amanti della natura o del buon vino che desiderano trascorrere un paio di giorni tra acini maturi e profumi inebrianti.

Qualsiasi siano le intenzioni iniziali, vendemmiare è un’esperienza sicuramente faticosa e impegnativa, ma ricca di soddisfazioni e appagante. Oggigiorno non è inusuale utilizzare nei vigneti macchinari atti a raccogliere l’uva più velocemente, ma è indubbio che la raccolta manuale preserva maggiormente il grappolo d’uva da ammaccamenti che possono poi influire negativamente sul risultato finale.

Se si decide, quindi, di sperimentare un week-end dedito alla raccolta dell’uva, è bene rivolgersi ad una delle tante aziende vinicole che offrono questa possibilità e armarsi di tanta voglia di fare e di un minimo di manualità.

Le fasi della vendemmia

Solitamente la vendemmia nei campi inizia la mattina presto, quando il sole non può ancora intaccare la qualità dell’uva e accelerare, con i suoi raggi, il processo di fermentazione dei grappoli recisi. Una volta che ci si trova chini nei vigneti con indosso un paio di guanti per proteggersi da tagli o insetti e muniti di attrezzi adatti, è bene scegliere con cura le uve sane e con il giusto grado di maturazione, lasciando ancora attaccati alla vite quei grappoli che si notano marci oppure ancora in fase di maturazione.

Inoltre, il grappolo non dovrebbe essere bagnato perché l’acqua andrebbe ad influire negativamente sulla qualità del mosto. Si inizia la raccolta facendo molta attenzione a non rovinare gli acini e disponendo con cura il grappolo in apposite cassette o carrelli che verranno poi portati all’interno dell’azienda dove ci sarà la pigiatura dell’uva. Quest’ultima operazione deve avvenire molto rapidamente, altrimenti i grappoli d’uva staccati e posti nelle cassette rischiano di iniziare a fermentarsi o, addirittura, di macerarsi.

Prima di effettuare quest’ultima operazione, è necessario dividere gli acini dai raspi in modo da schiacciarli e torchiarli molto bene fino a diventare mosto denso che verrà collocato in ampie vasche all’interno delle quali trascorrerà circa una decina di giorni per raggiungere il giusto grado di fermentazione. Successivamente, il liquido così ottenuto, viene lasciato riposare in grandi botti travasandolo periodicamente per eliminare i residui sedimentati. Questa operazione, solitamente, viene ripetuta fino a primavera inoltrata, quando il vino avrà assunto il suo colore e sapore definitivo.

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