Casina Vanvitelliana: la storia del casino di caccia sull’isola

Casina Vanvitelliana, la storia del suggestivo casino di caccia situato sull'isola nel Lago Fusaro di Bacoli.

L’interessante storia della Casina Vanvitelliana si fonde alle tradizioni e alle leggende, rendendo il piccolo casino di caccia un luogo suggestivo e intrigante. Spesso utilizzato come set per film, è stata negli anni dimora di personaggi illustri.

Casina Vanvitelliana: la storia

La piccola Casina Vanvitelliana è un suggestivo casino di caccia situato su un’isoletta del Lago Fusaro, nel comune di Bacoli, vicino Napoli. La vecchia casina è stata per anni simbolo di tradizioni, leggende e suggestioni, ma anche dimora di personaggi illustri.

A partire dal 1752 l’area del Fusaro, all’epoca scarsamente abitata, divenne la riserva di caccia e pesca dei Borbone. Questi decisero di affidare all’architetto Luigi Vanvitelli le prime opere per la trasformazione del luogo. Salito al trono Ferdinando IV gli interventi furono completati da Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi, che nel 1782 realizzò il Casino Reale di Caccia sul lago, a breve distanza dalla riva.

Il simpatico edificio, noto come Casina Vanvitelliana, era adibito alla residenza degli ospiti illustri, come Francesco II d’Asburgo-Lorena, che qui soggiornò nel maggio 1819. All’interno dell’edificio vi soggiornarono pure Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini e, più recentemente, il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.

La Casina Vanvitelliana, poi, è stata anche scelta per fare da sfondo alle vicende dei film Ferdinando e Carolina, nonché in Luca il contrabbandiere. Infine, è stata anche una delle location de L’imbroglio nel lenzuolo nel 2009.

Interni

La Casina è considerata una tra le più raffinate produzioni settecentesche, con alcuni rimandi alla conformazione della Palazzina di caccia di Stupinigi, progettata alcuni anni prima da Filippo Juvarra. Infatti, nella progettazione si fece ricorso a volumi plastici e ampie vetrate. L’edificio voluto dai Borbone presenta, infatti, una pianta molto articolata. È, infatti, composta da tre corpi ottagonali che si intersecano l’uno alla sommità dell’altro, restringendosi come nel caso della pagoda, con grandi finestre disposte su due livelli. Infine, un lungo pontile in legno la collega alla sponda del lago.

Curiosità

Secondo la tradizione napoletana e dei dintorni, vi è la convinzione che la casina sia stata la piccola casina-palafitta incantata della Fata dai capelli turchini nel celebre sceneggiato Le avventure di Pinocchio di Comencini del 1972. Tuttavia, gli esterni della casina incantata della fata del film si trovavano, in realtà presso le rive delle località laziali di Lido di Saline di Tarquinia.

Ad oggi la Casina Vanvitelliana è una meta turistica molto suggestiva, particolarmente frequentata durante le ore del tramonto.

Condividi