Che cosa fare a Mantova tre giorni?

Idee per voi per trascorrere tre giorni a Mantova immersi nella bellezza e nella cultura

Da non perdere :

partendo dal centro storico che è raggiungibile attraversando Ponte San Giorgio da percorrere a piedi.

PALAZZO DUCALE L’ingresso è autorizzato tutti i giorni eccetto il lunedì; solo per la visita alla Camera Picta dovete obbligatoriamente prenotare, da Marzo a Ottobre.

I Gonzaga vissero a Palazzo Ducale dal quattordicesimo secolo anche se la sua storia dovrebbe meglio identificarsi con quella della famiglia che detenne il potere sulla città fino al 1700 circa.

Qui i Gonzaga, nell’intento di rivaleggiare con le Corti delle più prestigiose capitali d’Europa dell’epoca, commissionarono straordinarie opere d’arte ad artisti, pittori, architetti e decoratori tra i più capaci e noti di quel tempo.

Ciò che lascia senza parole è proprio l’estensione dell’edificio, in realtà costituito da diversi nuclei legati tra

LA CAMERA PICTA

La Camera degli Sposi, affrescata da Andrea Mantegna in ben nove anni e da lui sempre considerata un’opera del tutto modesta.

Pare che in realtà Ludovico vi dormisse solo.

Tra i motivi floreali a fregio delle pitture cercate di rintracciare l’autoritratto di Andrea Mantegna.

DUOMO DI MANTOVA

Dedicato a San Pietro, sorge sul lato destro di Piazza Sordello dopo il Palazzo vescovile.

Edificato nel 1200 sulle fondamenta di precedente antico tempio, alterna elementi architettonici e decorativi appartenenti a stili diversi.

ACCADEMIA NAZIONALE VIRGILIANA

Wolfgang Amadeus Mozart qui tenne un concerto nel 1770.

Nella grande biblioteca dell’Accademia sono custodite anche le opere di Virgilio che sono state tradotte in svariatissime lingue ed una raccolta di ferri da chirurgo del 1700.

PALAZZO TE

Meraviglia in stile rinascimentale.

Se ne deve la bonifica a Ludovico Secondo Gonzaga , l’isolotto del Tejeto o del Te, un tempo palude, fu prescelto da Federico Secondo Gonzaga, divenuto duca di Mantova dopo la morte del padre Ludovico, come luogo ideale in cui edificare una dimora destinata solamente al ricevimento di illustrissimi ospiti, al divertimento e allo svago in compagnia della propria amante Isabella Boschetti.

Il palazzo è stato interamente pensato, decorato e dipinto da Giulio Romano, capace collaboratore di Raffaello. Egli dedicò tutto se stesso al progetto ed alla realizzazione di Palazzo Te, prima sua grande opera del secondo periodo della sua esistenza vissuta a Mantova come urbanista, pittore e architetto.

La Sala Grande dei Cavalli, sala da ballo, la Sala delle Aquile, camera da letto del Duca, la Sala di Amore e Psiche, sala da pranzo, sono tutte splendidamente affrescate e propongono mitologie e favole pagane che alludono sia all’amore di Federico per Isabella sia all’amore dei Gonzaga per i cavalli e ad altre caratteristiche della personalità di Federico e del suo voluttuoso, sensualissimo temperamento.

LA CASA DI RIGOLETTO

La storia di Rigoletto, alla corte di Mantova nell’omonima opera di Giuseppe Verdi, è una favola drammatica che ancora popola l’immaginario della gente in città al punto tale da far considerare Mantova la città di Rigoletto, uomo brutto e gobbo, ma sensibile e generoso, testimone e infine vittima della dissolutezza della corte di Mantova e del temperamento libertino del Duca della città.

La sua casa è una piccola casa risalente al quindicesimo secolo ubicata a retro del Duomo.

Scritto da Roberto Migliaccio

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