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Immagina di passeggiare lungo le sponde del lago di Como, mentre l’aria fresca ti accarezza il viso e il profumo dei fiori di campo si mescola a quello della salsedine. Varenna, con le sue case colorate che si arrampicano sulla collina, è un gioiello incastonato nel panorama italiano, un luogo che attrae turisti da tutto il mondo.
Ma dietro questa bellezza si nasconde una sfida: l’overtourism sta mettendo a dura prova le risorse di questo incantevole borgo. Ecco che il sindaco Mauro Manzoni propone un’idea audace per salvaguardare la vivibilità di Varenna e la sua straordinaria bellezza.
Il problema dell’overtourism in Varenna
Negli ultimi anni, il lago di Como ha vissuto un incremento esponenziale di visitatori, soprattutto durante le belle giornate primaverili e estive.
Varenna, con la sua posizione privilegiata e il suo fascino unico, è diventata una meta ambita, in particolare per i turisti provenienti dagli Stati Uniti. Ma cosa succede quando un luogo tanto amato viene invaso da un numero eccessivo di visitatori? La risposta è complessa e si traduce in congestione, difficoltà nei servizi essenziali e un impatto negativo sulla comunità locale.
Il palato non mente mai: anche il sapore dell’accoglienza può essere compromesso da una folla eccessiva.
Il sindaco Manzoni ha sottolineato che, sebbene i turisti che soggiornano per più giorni contribuiscano già attraverso la tassa di soggiorno, esiste un’altra categoria di visitatori, quelli “mordi e fuggi”, che non apportano alcun contributo diretto alla comunità. Durante eventi come il weekend di Pasqua, Varenna ha registrato oltre 100.000 arrivi, molti dei quali giungono in treno da Milano, generando scene di caos e affollamento che non sono più sostenibili. Come chef ho imparato che ogni ingrediente ha bisogno del suo tempo per esprimere il meglio di sé; allo stesso modo, ogni luogo ha bisogno di spazi per respirare e mantenere la propria autenticità.
La proposta della tassa di sbarco
Per affrontare questa sfida, il sindaco ha avanzato la proposta di introdurre una tassa di sbarco per i turisti giornalieri. Questa misura, sebbene possa sembrare simbolica, ha il potenziale di contribuire significativamente alle casse comunali e alla gestione dei servizi. Come ha sottolineato Manzoni, “anche questi turisti devono contribuire almeno in parte ai costi che generano”. Con l’introduzione di questo contributo, Varenna potrebbe finalmente avere la possibilità di ampliare i servizi di accoglienza, garantire maggiore sicurezza e migliorare la pulizia urbana, per far sentire ogni visitatore come a casa.
Adottando un modello già utilizzato in altre località italiane, come Venezia, il sindaco spera di trovare una soluzione che possa alleviare la pressione sui servizi e migliorare l’esperienza turistica. Il contributo di sbarco è visto come una misura necessaria per garantire che i turisti possano godere appieno della bellezza del luogo, senza compromettere la qualità della vita dei residenti. Dietro ogni piatto c’è una storia, e dietro ogni visita c’è un’opportunità di creare un legame autentico con il territorio.
Un modello replicabile per altri comuni
La proposta di Manzoni non si limita a Varenna; egli ha già sottoposto l’idea al Ministero del Turismo, suggerendo che comuni con meno di 1.000 abitanti possano adottare misure simili. Questa iniziativa potrebbe rappresentare un modello replicabile per molti borghi italiani che affrontano problematiche analoghe legate all’overtourism. I sindaci di altre località, come Como, stanno già implementando misure restrittive per gestire l’afflusso di visitatori e garantire una qualità di vita dignitosa per i residenti. Come chef ho imparato che la qualità si sente al primo assaggio, e anche il turismo deve essere di qualità per essere davvero sostenibile.
In un momento storico in cui la sostenibilità è diventata una priorità, la proposta di Varenna apre un dibattito fondamentale su come bilanciare accoglienza e rispetto per il territorio. La sfida è quella di coniugare turismo e sostenibilità, preservando l’autenticità di luoghi come Varenna affinché possano continuare a incantare generazioni future. In questo contesto, ciascuno di noi può riflettere sull’importanza di un turismo responsabile, che rispetti le comunità e l’ambiente. Ti sei mai chiesto quale sia il tuo impatto quando visiti un luogo speciale? È tempo di abbracciare un turismo che non solo esplora, ma anche protegge.