Gli stretti di mare: simboli di connessione e sfide geografiche

Scopri come gli stretti di mare riflettono tensioni storiche e speranze di connessione.

Ci sono luoghi nel mondo che si trovano a cavallo tra il reale e l’immaginario, proprio come le metafore. Gli stretti di mare, in particolare, rappresentano una forma di pensiero che ci obbliga a confrontarci con i limiti e le necessità di mediazione.

Essi sono crocevia di scontri e timori, spazi geografici attraversati da forze contrapposte, dove ogni potere ha cercato di imporsi, domare e controllare. Tuttavia, in questi luoghi si cela anche la possibilità di incontro, di ibridazione e di racconti condivisi.

Il significato degli stretti

Tra i migranti di Gibilterra e le navi mercantili di Suez, nello stretto di Messina e in quello di Bering, le correnti rimescolano le leggi della storia e dell’economia.

Attraversare uno stretto significa confrontarsi con un intreccio di rotte, memorie e visioni, reali o immaginarie, che risuonano nella letteratura di ogni epoca. Dalla travagliata odissea di Ulisse, che affronta Scilla e Cariddi, ai testi di autori come Orhan Pamuk, passando per le pagine di scrittori-navigatori come Stevenson e Conrad, gli stretti continuano a porre domande senza offrire risposte definitive.

Il nuovo saggio su stretti e geografie

Nel nuovo saggio dal titolo “Lo stretto indispensabile, storie e geografie di un tratto di mare limitato”, Franco La Cecla e Piero Zanini esplorano le molteplici suggestioni e tensioni che caratterizzano questi luoghi. Analizzando le infinite rotture e possibili connessioni, il saggio invita a riflettere sulla geografia instabile del nostro tempo e su come gli stretti possano rappresentare un microcosmo delle sfide contemporanee.

Chi sono gli autori

Franco La Cecla è docente di Antropologia culturale presso la NABA e lo IULM a Milano. Ha insegnato anche a Berkeley, Parigi, Barcellona, Venezia e Palermo, affrontando spesso il tema dell’organizzazione dello spazio tra localismo e globalizzazione. Tra le sue opere si ricordano titoli come “Il malinteso” e “Contro l’architettura”.

Piero Zanini, invece, è ricercatore presso il Laboratoire Architecture Anthropologie della École Nationale Supérieure d’Architecture de Paris-la-Villette. Le sue ricerche si concentrano sulle forme e le temporalità che strutturano il rapporto tra persone e luoghi. Ha scritto diversi testi, tra cui “Significati del confine” e, insieme a La Cecla, “Una morale per la vita di tutti i giorni”.

Scritto da Staff

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