Maschio Angioino: storia e interni

Maschio Angioino: storia e interni di uno dei luoghi simbolo della città Partenopea

Il Castel Nuovo, chiamato anche Maschio Angioino, è uno dei principali simboli di Napoli, un castello magnifico che domina piazza Municipio.

Vediamo insieme la storia e gli interni di questa imponente fortezza.

Maschio Angioino: la storia

Il nucleo antico del castello risale ai tempi di Carlo I d’Angiò quando, sconfitti gli Svevi nel 1266, salì al trono di Sicilia e stabilì la nuova capitale del Regno a Napoli.

I lavori iniziarono nel 1279 e si conclusero dopo solo tre anni. Qui però il re non vi dimorò mai. Solo nel 1309 con Roberto d’Angiò, il Maschio Angioino fu ristrutturato e divenne luogo di cultura e di ospiti illustri come Petrarca e Boccaccio.

Successivamente il regno di Napoli venne annesso alla corona di Spagna da Ferdinando il Cattolico e divenne un vicereame. La fortezza perse la sua funzione di residenza reale e divenne un semplice presidio militare.

Il Maschio Angioino venne nuovamente ristrutturato da Carlo di Borbone che salì al trono di Napoli nel 1734, il quale sostituì la facciata del lato est con un casermone di cinque piani, nello stile degli edifici borbonici diffusi molto all’epoca.

L’ultimo evento importante relativo al Maschio Angioino avvenne nel 1799, quando qui vi fu la proclamazione della nascita della Repubblica Partenopea.

Maschio Angioino: i suoi interni

Della prima costruzione angioina rimane solo la Cappella Palatina o chiesa di “San Sebastiano” o di “Santa Barbara”, alcune torri e le finestre a croce francesi. Il castello fu infatti stravolto da Alfonso d’Aragona e oggi si presenta con una pianta trapezoidale con cinque grandi torri cilindriche, rivestite di due materiali diversi: quattro di piperno e una in tufo. Al suo interno troviamo la famosa Sala dei Baroni, nata come “Sala del Trono”, ed è la sala principale del Maschio Angioino dove spesso avvengono cerimonie e matrimoni civili. Questa sala fu voluta da Roberto D’Angiò e fu affrescata da Giotto, ciclo di affreschi del tutto perduti purtroppo.

All’interno del castello troviamo anche la Cappella delle Anime del Purgatorio, costruita nella seconda metà del XVI secolo, secondo le volontà dei viceré spagnoli il cui intento era stravolgere l’aspetto del castello. Al suo interno troviamo una decorazione barocca con affreschi e le tipici cornici di stucco e legno dorato. La cappella veniva utilizzata soprattutto in occasione delle condanne a morte dei giustiziati che qui ricevevano i sacramenti.

La Cappella di San Francesco di Paola, invece, risale al XV secolo, stanza che ospitò san Francesco di Paola durante un viaggio per Parigi. La cappella fu consacrata poi nel 1688 e restaurata in stile barocco.

Il Maschio Angioino ha anche due prigioni: la fossa del coccodrillo e la prigione dei Baroni. Nella fossa del coccodrillo solitamente veniva depositato il grano o venivano segregati i condannati a pene severe; si narra che qui ci fosse un coccodrillo che trascinava in mare i detenuti che, misteriosamente, scomparivano. L’altra prigione, la fossa dei Baroni, invece fu il luogo in cui furono segregati i nobili che presero parte alla famosa Congiura dei Baroni contro Ferrante d’Aragona.

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