Argomenti trattati
- Un’area di valore paesaggistico e una lunga storia progettuale
- Riperimetrazione volontaria: meno superficie edificata, più tutela del paesaggio
- Le caratteristiche del nuovo sviluppo
- Impatto positivo sul territorio: sviluppo e lavoro
- Un’opportunità per Siracusa e per l’intera Sicilia
- La controversia: un vincolo imposto senza confronto
- Emanuele Di Gresy: “Così si blocca lo sviluppo green”
- Un appello alla negoziazione: tavolo tecnico con il Ministero del Made in Italy
- Conclusione: un caso simbolico di confronto tra visioni
Cuore della Penisola Maddalena, a pochi chilometri da Siracusa, prende forma una proposta di sviluppo che mira a rappresentare un modello virtuoso di equilibrio tra natura, impresa e comunità.
Si tratta dell’intervento promosso dalla società Elemata Maddalena S.r.l. di Emanuele Di Gresy, che propone la realizzazione di un resort ambientalmente responsabile di nuova generazione su una superficie ridotta di 14,6 ettari, rispetto ai 60 originari di proprietà. Un piano innovativo che coniuga edilizia eco-compatibile, agricoltura biologica e ospitalità d’eccellenza.
Un’area di valore paesaggistico e una lunga storia progettuale
La Penisola Maddalena è un’area di elevato pregio naturalistico, situata tra la Riserva del Plemmirio e l’isola di Ortigia.
Un iter autorizzativo consolidato
La proprietà risale al 2009, anno in cui Elemata Maddalena ha acquistato i terreni edificabili — una destinazione urbanistica confermata dal Comune di Siracusa già nel 1973 e reiterata nel 2008.
Negli anni successivi, la società ha promosso studi ambientali, progetti architettonici e interlocuzioni con gruppi internazionali come Four Seasons e Carlyle, mirando alla creazione di un polo di turismo ecocompatibile d’eccellenza.
Riperimetrazione volontaria: meno superficie edificata, più tutela del paesaggio
Uno dei tratti distintivi del progetto è la riperimetrazione volontaria: dai 60 ettari originariamente edificabili, l’intervento è stato ridotto a 14,6 ettari.
Una scelta chiara e consapevole a favore della sostenibilità ambientale e dell’integrazione armonica con il paesaggio costiero siciliano.
Le caratteristiche del nuovo sviluppo
- Resort a basso impatto ambientale composto da ville in legno, perfettamente integrate nel paesaggio mediterraneo
- Percorsi naturalistici e aree verdi aperte al pubblico
- Azienda agricola biologica e frantoio, per promuovere le colture locali e la produzione a km 0
- Club House e servizi di ospitalità di alta gamma, conformi agli standard internazionali
Impatto positivo sul territorio: sviluppo e lavoro
L’intervento non ha carattere speculativo, ma nasce con l’obiettivo di creare valore economico, occupazionale e ambientale per l’area.
Ricadute concrete previste:
- Nuove opportunità occupazionali, dirette e indirette, in ambito turistico, agricolo e dei servizi
- Promozione delle filiere produttive locali e valorizzazione delle eccellenze siciliane
- Riqualificazione ambientale di una zona oggi inutilizzata e priva di manutenzione strutturata
Un’opportunità per Siracusa e per l’intera Sicilia
Come afferma Emanuele Di Gresy, legale rappresentante della società:
“Investiamo da 16 anni nel rispetto della legge e del paesaggio. Il nostro obiettivo è dimostrare che si può fare impresa valorizzando la natura, creando occupazione e portando accoglienza di livello, senza cementificare né snaturare.”
La controversia: un vincolo imposto senza confronto
Nel 2012, dopo anni di progettazione e dialogo con le istituzioni, la Regione Siciliana ha imposto un’imposizione territoriale su tutta l’area, senza alcuna concertazione con i privati, bloccando il progetto.
L’iniziativa ha subito un lungo contenzioso amministrativo, culminato nel 2024 con una sentenza sfavorevole del Consiglio di Stato.
Emanuele Di Gresy: “Così si blocca lo sviluppo green”
“Non contestiamo la tutela del paesaggio — aggiunge Di Gresy — ma il modo in cui è avvenuta: senza ascolto, senza indennizzo, senza una reale valutazione dell’interesse pubblico e privato. È un modello che non funziona.”
Un appello alla negoziazione: tavolo tecnico con il Ministero del Made in Italy
Dopo 16 anni di contenziosi e oltre 150 milioni di euro di danni stimati, tra il valore dei terreni, le progettazioni e i costi legali, la società ha richiesto l’intervento del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Obiettivo: una soluzione condivisa
Il Ministero ha avviato un tavolo tecnico di confronto con la Regione, per cercare una soluzione equilibrata.
“Crediamo che una dialogo istituzionale seria e costruttiva sia l’unica strada per tutelare ambiente, lavoro e investimenti” — conclude Di Gresy.
Conclusione: un caso simbolico di confronto tra visioni
Il caso Elemata Maddalena rappresenta una sfida paradigmatica per il futuro del Paese, che mette in discussione il rapporto tra pubblico e privato, legalità e progettualità sostenibile.La speranza è che da questo confronto possa emergere un nuovo modello di sviluppo, in cui amministrazioni pubbliche, imprese e cittadini lavorino insieme affinché tutela ambientale e crescita economica non siano più in conflitto, ma parte di una strategia comune e responsabile.