Misteri di Milano: storie e leggende

Misteri di Milano, quali conoscete voi?

Siete a Milano, città organizzata, efficiente, capitale della moda, la cui immagine icona è il suo Duomo, che si affaccia imponente sulla grande piazza prospiciente, con la sua bella Madonnina posta sulla guglia maggiore.

Questa metropoli, ad un primo sguardo poco attento, può apparire come un centro sì di efficienza ma non in grado di regalare grandi emozioni o scoperte inaspettate.

In realtà è una città dal temperamento discreto e riservato: le sue tante sorprese sono tutte da scoprire, nascoste nei suoi monumenti, nei palazzi, nei suoi luoghi appartati e se gli itinerari più tradizionali sono su tutte le guide turistiche della città, i siti più reconditi e meno noti sono ugualmente imperdibili da visitare. Scopriamo i misteri di Milano.

La Milano liberty

Certamente è molto famoso a Milano il Quadrilatero della moda, il quartiere dove si concentrano le boutique, le gioiellerie ed i negozi di extra lusso, ma esiste un luogo in questa città dove inverosimilmente, la frenesia urbana si acquieta, lasciando spazio ad una pace meravigliosa.

E’ il Quadrilatero del Silenzio, una zona chiusa da quattro vie, al riparo dai rumori del traffico cittadino, caratterizzata architettonicamente dallo stile liberty, ma la cosa più curiosa è che affacciandovi al cancello del giardino di Villa Invernizzi in via dei Cappuccini n. 9, troverete un’inaspettata colonia di fenicotteri rosa che passeggiano elegantemente.

Questi aggraziati animali si trovano in quel luogo dagli anni’70, e fu il Cavalier Invernizzi, il produttore dei famosi formaggini, a volerli nella sua proprietà ed oggi c’è una fondazione che si occupa della loro tutela.

Non è consentito l’accesso alla villa ed al giardino, ma anche solo osservando dall’esterno, la sensazione di quiete trasmessa da questa oasi esotica, è impagabile.

Fantasmi milanesi

Molte città pullulano di storie di fantasmi che abitano nei luoghi simbolo ed anche Milano in questo non fa eccezione.

Si chiamava Carlina, ed era una giovane sposa in viaggio di nozze, ma era angosciata da un terribile segreto poiché portava dentro si sè il frutto del tradimento verso suo marito: la storia di una notte con uno straniero.

Salita sulla sommità del Duomo, si inginocchiò per chiedere perdono alla Madonnina per il suo gesto, ma a causa della fitta nebbia, cadde nel vuoto e di lei si perse ogni traccia. La leggenda dice che Carlina è solita apparire nelle foto ricordo degli sposi in posa di fronte alla cattedrale.

Rimanendo in tema di fantasmi milanesi, in Piazza della Vetra c’è una triste storia legata alle folli persecuzioni contro le cosiddette “Streghe“, donne che venivano condannate ad ardere vive sul rogo, con l’accusa di stregoneria.

La caccia alle streghe, inizia proprio da questo luogo, dove nel 1390 venne bruciata Sibilla Zanni e da lì in avanti si susseguirono tante, troppe esecuzioni per lo più immotivate o addirittura inventate e solo alla fine del 1700 questa tortura disumana ebbe termine, con la distruzione di tutti i documenti relativi alle azioni spietate del Tribunale dell’Inquisizione, nel tentativo di nascondere questa pagina buia della chiesa ambrosiana.

Mentre sorseggiate il vostro aperitivo in uno dei bar sulla piazza, sappiate che ci sono i fantasmi di quelle poverette che vagano con un forte desiderio di vendetta da sfogare sugli ignari passanti.

Milano burlona

A Milano quando si dice che “Anche i muri hanno le orecchie”, non è soltanto un modo di dire: in via Serbelloni n. 10, nel quartiere di Porta Venezia, c’è Casa Serbelloni altrimenti chiamata in dialetto milanese Ca’ de l’Oreggia cioè Casa dell’Orecchio, dove affianco al portone, c’è un grande orecchio in bronzo, con un lungo tubo collegato alla portineria, in modo tale che i visitatori dell’epoca potessero comunicare attraverso questo curioso antenato del nostro citofono.

Questo scherzo inaspettato e curioso lo dobbiamo all’architetto e scultore Aldo Andreani, che negli anni ’20 edificò questo palazzo.

Il Toro della Galleria Vittorio Emanuele

Calpestato ogni giorno da migliaia di turisti frettolosi, che gli gettano uno sguardo veloce prima di oltrepassarlo, questo grande mosaico raffigurante un toro rampante, ha dietro di sè una storia misteriosa.

L’architetto Mengoni, che aveva progettato questo angolo di città tra Piazza Duomo e Piazza della Scala, che nel tempo diventò il salotto della borghesia milanese, ad opera conclusa, la sera prima dell’inaugurazione della Galleria, cadde, o volutamente si gettò da un’impalcatura, schiantandosi proprio di fianco al mosaico del toro.

Non venne mai chiarita la dinamica della sua morte e quel toro, simbolo di energia e di vigore, stride con forza con la triste fine di quell’uomo che aveva impiegato tutte le sue capacità fisiche e psichiche nella realizzazione di questa grande opera architettonica.

Che magia questi Misteri di Milano.

Scritto da Redazione Online

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