Pentedattilo: la storia del borgo

Tutte le informazioni sul borgo calabrese di Pentedattilo e sulla sua storia.

Il borgo di Pentedattilo ha alle spalle una storia decisamente interessante. Si tratta di un paesino arroccato su una rupe calabrese.

Pentedattilo: storia e informazioni

Pentedattilo è un paesino calabrese che si trova in provincia di Reggio Calabria. Si tratta di una frazione del comune di Melito Porto Salvo.

Il nome del borgo è dovuto alla forma della rupe sulla quale si trova. La montagna ha infatti una conformazione che ricorda le cinque dita di una mano. Attualmente si distingue a malapena, a causa di alcuni fortissimi terremoti. L’altura viene tuttora chiamata ancora La Mano del Diavolo, nonostante i segni del tempo.

Il borgo è disabitato da alcuni decenni. I suoi abitanti sono infatti stati costretti a lasciare le proprie case, trasferendosi in paesi poco distanti. Una folata di vita arriva però durante l’estate, durante i festeggiamenti legati al Paleariza. Si tratta di un festival culturale e musicale che si può definire etnico. Quel che resta delle cinque dita è visibile persino dalla Sicilia. Questo dona un particolare fascino alla località.

Le vicende storiche

La storia del borgo è legata intensamente a fatti accaduti durante il 1686. In quell’epoca la Calabria era dominata dagli spagnoli. Pentedattilo era sotto il dominio dei Baroni Abenavoli, che furono costretti a ridimensionare il loro territorio. In quel momento il borgo passò in mano dei Marchesi Alberti. Tra le due famiglie c’era un’importante faida, acuita da alcune vicende personali. In una notte del 1686 il Barone Abenavoli si introdusse nella residenza degli Alberti e uccise quasi tutti i presenti. Non furono risparmiati neppure i bambini e le donne. La vicenda divenne nota col nome di Strage degli Alberti. I fatti che seguirono portarono all’esecuzione dei complici della strage. Il Barone riuscì invece a fuggire a Malta, dove trovò la sua fine. La tragica vicenda diede luogo alla formazione di diverse leggende a riguardo. Le narrazioni sulla questione sono tuttora note tra gli abitanti dei comuni del territorio di Melito.

La leggenda

La leggenda più diffusa fa riferimento alle cinque dita che costituiscono la forma della montagna. Dai tempi della strage degli Alberti le dita divennero quelle del povero Lorenzo Alberti. Un particolare cruento le vede coperte di sangue, per via del suo violento assassinio a opera del Barone Abenavoli. Un’altra leggenda diffusa nei paraggi del paesino vede come protagonisti degli spettri. Nel paese fantasma si sentirebbero, secondo la leggenda, delle grida strazianti. Naturalmente, anche questa leggenda fa direttamente riferimento alla strage. I proprietari delle voci sarebbero infatti i membri uccisi della famiglia degli Alberti.

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