Upernavik, case colorate in Groenlandia

Upernik: "Posto della Primavera", nome affascinante per un luogo altrettanto suggestivo.

Upernavik è un piccolo insediamento in Groenlandia, formato da poche centinaia di case, su una lingua di terra nera dove non cresce nulla per gran parte dell’anno, ma che per qualche settimana fiorisce, durante la breve estate artica.

Intorno c’è solo il mare, i ghiacci e qualche migliaio di isolotti disabitati.

Lontano, lungo la costa e nell’entroterra qualche casa isolata, piccoli villaggi abbarbicati sulla nuda roccia e poco più. Ciononostante è un posto famoso a modo suo.

È il punto di partenza migliore per chi vuole provare l’emozione di un viaggio oltre il circolo artico, ma vuole al tempo stesso farlo da turista e non da esploratore. Con il sole che non si alza oltre l’orizzonte per tre mesi all’anno, ed un certo traffico marittimo in estate, è uno dei punti più trafficati dai turisti che in estate decidono di visitare la Groenlandia, anche se ovviamente si parla sempre di piccoli numeri.

Come arrivare a Upernavik

La cittadina si trova sulla costa ovest della Groenlandia davanti alla baia di Baffin, ed è facile arrivarci dal Canada, un po’ meno dall’Islanda. Upernavik si può raggiungere sia via mare, quando la stagione lo permette e ci sono parecchi traghetti che permettono di arrivare abbastanza vicino alla cittadina per poi prendere una nave locale e proseguire in mezzo ad un paesaggio incredibile.

In alternativa si arriva con un piccolo aereo che atterra sulla collina appena dietro l’insediamento dove si trova una striscia di asfalto che costituisce il suo aeroporto.

Atterrando si vede tutto lo spettacolo della zona. Isolotti, ghiacci eterni e a sud l’Apparsuit, una gigantesca scogliera che protegge il fiordo in cui si trova la cittadina.

L’insediamento per secoli è sopravvissuto con un’economia basata sulla pesca, ma negli ultimi decenni ha iniziato a cambiare aspetto e a girare verso il turismo, pur senza perdere lo spirito originario.

La vecchia economia basata su pesca, caccia a cetacei ed altri mammiferi marini sta lentamente cedendo il passo ad altro, sia per la crescita della coscienza di un certo spirito ecologico, soprattutto nelle nuove generazioni, ma anche perché il turismo è una fonte di guadagno davvero interessante per i suoi abitanti, che sempre più spesso riconvertono le loro case e le rendono accoglienti per ospiti da tutto il mondo.

Vista la zona dove si trova la cittadina, comunque, i turisti non sono tantissimi durante tutto l’anno e lo spirito avventuroso di una vacanza in questo ambiente estremo resta immutato.

Casa colorate di Upernavik

Upernavik è da sempre un centro mercantile per gli Inuit, che venivano qua per scambiare e vendere agli europei, ed in fatti il suo nome significa “posto della primavera“.

Ospita il più grande museo vichingo all’aria aperta del mondo e non c’è neanche un albergo, ma molti ostelli che si possono affittare. Per miglia l’unico punto con un colore che non sia il nero della roccia nuda e il bianco dei ghiacciai sono le casette di Upernavik, ognuna colorata di giallo, rosso, verde oppure azzurro. Le case hanno tutte un colore diverso le une dalle altre.

In inverno sono l’unico elemento distinguibile nel paesaggio, e i lampioni che illuminano le sue strade sono l’unica fonte di luce per centinaia di chilometri. La colorazione è legata al fatto che con il clima proibitivo, Upernavik deve essere visibile anche nelle peggiori condizioni, sia per chi viene da fuori e deve individuarla lungo la costa, ma anche per chi ci abita, perché se il tempo è brutto sul serio, è facilissimo perdersi in pochi metri nel paesaggio cancellato dalla neve e dal riverbero del sole, ed avere un riferimento cromatico salva la vita.

Le case sono infatti abbastanza vicine le une alle altre, ma non attaccate ed in inverno, con le tormente gelide, possono bastare pochi passi ed una pietra in mezzo per perdere completamente l’orientamento in un paesaggio che è completamente uguale in tutte le direzioni, ed in cui spesso la visibilità è ridotta a pochi passi.

Scritto da Redazione Online

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