Belize, cos’è e cosa si nasconde sul fondo del Blue Hole?

Scopriamo cos'è il Blue Hole, nel Belize, la grande voragine marina nel mezzo del Pacifico. Non è più un mistero grazie a Richard Branson.

Il Great Blue Hole, la grande voragine marina che si trova al largo delle coste del Belize, nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, non è più un mistero. Finalmente, infatti, un sottomarino è riuscito a immergersi in profondità ed effettuare un’esplorazione completa del sito, rivelando cosa si nasconde sul suo fondale.

Scopriamo cos’è il Blue Hole in Belize e cosa si nasconde sul fondo.

Cos’è il Great Blue Hole in Belize?

Con i suoi 300 metri di larghezza e 123 metri di profondità, il Great Blue Hole è la seconda dolina marina più grande del mondo ed è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, in quanto situata lungo la barriera corallina mesoamericana. L’enorme voragine blu è stata esplorata per la prima volta negli anni ’70 dall’oceanografo Jacques Cousteau, che affermò di aver visto uno dei cinque siti migliori per effettuare immersioni subacquee.

Tuttavia, è solo di recente, grazie alla spedizione guidata dal nipote, Fabien Cousteau, e dall’imprenditore e fondatore del Virgin Group Richard Branson, che è stato possibile esplorarne le profondità.

Cosa si nasconde in profondità?

La spedizione, che è partita il mese scorso, alla fine del 2018, ed è stata trasmessa su Discovery Channel, ha permesso di ricostruire innanzitutto le origini del Great Blue Hole. Durante l’immersione, infatti, è stata scoperta la presenza di muri di stalattiti sul fondo: questo, secondo gli studiosi, suggerisce che la dolina è costituita da grotte che si sono formate in passato sulla terraferma, e dimostra con quanta velocità e violenza gli oceani possano crescere nel corso dei secoli.

Quella che un tempo era una cavità in pietra in grado di accogliere centinaia di forme di vita, oggi è una voragine talmente profonda da risultare inospitale, dal momento che non vi arriva nemmeno l’ossigeno.

Eppure, qualcosa è riuscito a insediarsi nelle profondità del Blue Hole. Non si tratta, però, di spugne, stelle marine o pesci dai colori sgargianti. Riportando le parole dello stesso Branson, “le uniche creature che minacciano l’oceano sono il cambiamento climatico – e la plastica“. Ciò che il team di esplorazione è riuscito a vedere sul fondale, infatti, sono solo centinaia di bottiglie di plastica. Una scoperta sconcertante, che ha sottolineato ancora una volta la necessità di ridurre l’inquinamento ambientale e la creazione di rifiuti. In particolare, la speranza di Branson e del resto del team è che il mondo si impegni nella tutela degli oceani, abolendo definitivamente l’utilizzo di oggetti in plastica usa e getta, nonché nella lotta contro le emissioni di anidride carbonica, con l’obiettivo di arrivare a zero emissioni entro il 2050.

Scritto da Alice Sacchi

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