Palau, creme solari vietate sull’isola: uccidono i coralli

Perché lo stato di Palau ha deciso di mettere al bando l'uso e la vendita di creme solari? Cerchiamo di spiegare al meglio la notizia.

A Palau sono state vietate addirittura le creme solari. Per quale motivo? Sembrerebbe che queste abbiano il potere di uccidere i coralli. Per salvaguardare, quindi, il delicato ecosistema ambientale della zona, sarebbe stato vietato l’uso delle più comuni creme solari.

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Palau

Prima di addentrarsi alla scoperta della notizia in sé, conosciamo meglio la zona di Palau. Lo stato, chiamato anche Belau, è un’isola che si trova nell’Oceano Pacifico, a circa 500 km ad est delle Filippine. Fino al 1994 faceva parte degli Stati Uniti, ma poi ha raggiunto l’indipendenza. Si stima attualmente che sia una delle nazioni più giovani e meno popolate del mondo. La nazione si chiama così per un mito: secondo la leggenda, infatti, un piccolo arcipelago si è formato dal corpo bruciato di Dio Chuab.

Gli uomini avevano, sotto il consiglio divino, legato il Dio e preparato una pira sotto di lui. L’imprecazione che Chaub fece fu: “O Melau”, ovvero “Mi state ingannando”, Da questo termine è evoluto poi Belau, da cui poi siamo arrivati a Palau. Altre persone, invece, affermano che derivi da una parola che significa in ambito locale “favola”. Altri, invece, dicono che Palau in lingua indonesiana significhi proprio Isola. L’isola ha un clima prettamente tropicale, con tanto di piogge abbondanti.

Le variazioni della temperatura sono sempre piuttosto simili. La temperatura media è piuttosto calda: siamo intorno a 27°C, mentre anche elevato è il tasso di umidità, che gira intorno all’80%. Buona anche la media annuale delle precipitazioni, che sono spesso provocate da piogge abbondanti e gravi danni, specialmente nella seconda parte dell’anno.

Cosa vedere a Palau? Qui possiamo facilmente ammirare la biodiversità del territorio. Oltre alle bellezze naturali, possiamo pensare di visitare anche i musei nell’Isola di Koror. Koror è l’ex capitale del paese ed oggi è il maggior centro urbano di tutto l’arcipelago. E’ una cittadina che si affaccia sull’oceano. Ospita il Belau National Museum, il più antico museo di tutta la Micronesia.

E’ perfetto per chi vuole conoscere la storia di questo posto. Consigliamo, inoltre, l’Etpison Museum, l’International Coral Reef Center (dove poter ammirare alcune delle specie marine del luogo), ma anche il Dolphins Pacific, ovvero un delfinario che si trova su un isolotto non troppo lontano dalla cittadina. Non distanti da Koror, consigliamo di visitare le Rock Island, isolotti di piccole dimensioni, che sono entrate a far parte dei territori Patrimonio dell’Unesco a partire dal 2012. Hanno un inconfondibile profilo a fungo, a causa delle erosioni provocate dall’acqua. Presentano molte specie animali, una bella vegetazione e non solo.

Degli isolotti che possiamo trovare nello Stato, da visitare anche Carp Island. Si chiama anche Isola a forma di stella. Ha un bellissimo resort, spiagge da sogno e una posizione centrale rispetto ai più grandi siti di immersione dell’arcipelago. Ricordiamo, infatti, che i fondali sono davvero magnifici, con tanto di presenza di vere foreste di coralli, anemoni di mare, spugne, gorgonie e altre specie marine. Presenti, poi, variopinti pesci e grandi tartarughe marine. Lo snorkeling in questi fondali è particolarmente apprezzato poiché essi ospitano anche molti reperti appartenenti alla Seconda Guerra Mondiale. Qui possiamo ammirare, infatti, la petroliera giapponese Iro Maru, ormai diventata parte integrante della barriera corallina, ma un tempo pezzo forte delle battaglie che si sono a lungo consumate tra le isole della Micronesia nel secondo conflitto.

Il bando di Palau

Adesso che abbiamo descritto la zona, passiamo al bando di Palau, quello relativo alle creme solari appunto. A partire dal 2020, infatti, in questa zona non sarà più possibile utilizzare le creme solari. L’obiettivo è quello di proteggere il corallo apprezzato così tanto dai sub di tutto il mondo. Sembra essere un record davvero mondiale: è, infatti, uno dei migliori posti per le immersioni di tutto il pianeta. Usando, però, le creme solari, si sta andando ad inquinare molto. Le sostanze chimiche che sono presenti in tantissime formulazioni solari sembrano essere altamente tossiche per i coralli, anche a piccole dosi.

Per tale motivo, il governo ha deciso per il bando. Si tratta di un provvedimento sicuramente molto diffuso. Le creme solari, infatti, anche se purtroppo sono inquinanti, sono senza dubbio necessarie per proteggere la pelle delle persone dai dannosissimi raggi ultravioletti, che possono provocare anche malattie molto gravi come vari tipi di tumori, ma anche ustioni serie. Da rilevare, infatti, come in questa zona il sole sia piuttosto forte, specialmente in alcuni periodi dell’anno.

Le barriere coralline sembrano essere sul punto di non ritorno. Per evitare, quindi, che l’inquinamento penetri ancora nell’ambito ambientale, arriverà la messa al bando, a partire dal 1° gennaio del 2020: la legge è stata da poco approvata. Ne deriva che chiunque importi o venda creme solari sarà soggetto ad una multa non inferiore a mille dollari. Ai turisti, inoltre, sarà confiscata la crema all’arrivo. Da ricordare, inoltre, che il divieto di Palau riguarda in particolare i prodotti che contengono parabeni, ossibenzone e octocrylene: sono conservanti che fanno parte dei marchi principali di creme solari.

Danno all’ambiente marino

Le creme solari apporterebbero un grave danno all’ambiente marino. Gli agenti presenti nelle creme solari, infatti, potrebbero andare a sbiancare i coralli e, inoltre, a fermare la crescita delle microformazioni. Gli effetti si andrebbero ad estinguere fino a cinque chilometri. Ogni giorno, in pratica, dato il traffico di turisti quotidiani (che usano quindi crema solare, si stima che l’ambiente marino sia esposto a diversi litri di creme.

Il danno ambientale a Palau non è certo soltanto creato dall’uso di creme solari. Si tratta, infatti, di una zona ad alto rischio, proprio per la delicatezza innata delle bellezze naturali e per la presenza di tantissimi turisti ogni anno. Sappiamo bene come il turismo sia ovviamente un bene per uno stato, ma anche un male, a causa del possibile deturpamento delle zone. Non tutti sanno che, da poco tempo, chiunque voglia visitare la zona deve firmare un vero e proprio patto di protezione ambientale. Spieghiamoci meglio: all’arrivo nel Paese, sul passaporto di ogni turista, viene stampato un apposito timbro con una scritta blu, che dovrà essere firmata come clausola per poter accedere all’arcipelago. Si capisce bene che questa misura cautelare sia molto rigida, ma efficace a non danneggiare l’ambiente.

Non danneggiare l’ambiente è un vero e proprio obbligo: lo recita una legge che è stata decisa di recente. Ogni visitatore di Palau dovrà impegnarsi a mantenere una vera promessa, diretta anche ai bambini della nazione. Il timbro che viene, infatti, stampato sui passaporti recita direttamente: “Prendo questo impegno come ospite, per proteggere e preservare la tua bellissima isola. Prometto di camminare con leggerezza, di comportarmi gentilmente e visitare con attenzione”.

E’ senza dubbio la prima volta che viene attuata una promessa relativa alla tutela ambientale, stampata su un passaporto e decisa nelle politiche di immigrazione di uno Stato. Essa è stata voluta fortemente dal governo, in ambito di territorio fortemente impegnato nel proteggere gli oceani, ma non solo. Tra le centinaia di isole di Palau, infatti, ormai il cambiamento climatico è repentino ed inarrestabile. Colpa dei turisti? Anche. Le maree più grandi, l’intensità e la frequenza delle tempeste tropicali negli ultimi anni che sono nettamente aumentate, il livello del mare che è aumentato di ben nove millimetri dall’anno 1993: sono tutti sentori molto forti di problematiche che sono ormai al limite della sopportazione a livello ambientale.

Tale promessa è chiamata con il nome di Palau Pledge. E’ stata scritta in ben cinque lingue e ribadisce come al centro della cultura della Nazione ci sia proprio il dovere ad una grande conservazione. Gli isolani da tempo lottano non solo con i danni legati al cambiamento del clima, ma anche contro turisti che distruggono coralli andandoli a calpestare, fanno selfie con animali selvatici, abbandonano rifiuti e plastiche in questo vero e proprio paradiso terrestre.

Palau come le Hawaii

Non è certo il primo stato che ha problematiche di questo genere. Anche le Hawaii, infatti, stanno subendo gravissimi danni ambientali. Anche loro hanno annunciato il divieto di uso di creme solari con prodotti chimici che contengono elementi inquinanti e particolarmente dannosi. Qui, il divieto di uso di creme solari entrerà in vigore nel 2021, ma anche i Caraibi si stanno attrezzando, così come ha fatto anticipatamente anche Honolulu. La barriera corallina, infatti, un po’ ovunque sta subendo gli effetti dello sbiancamento. I maggiori imputati sembrano essere proprio gli elementi delle creme solari, responsabili della morte di numerosi coralli, ma anche dei processi di deteriorazione della fauna e della flora marina.

E per ciò che riguarda le altre creme? Esistono quelle a base di minerali e di sostanze non inquinanti. Esse proteggono allo stesso modo la pelle dai raggi ultravioletti. Queste continueranno ad essere vendute alle Hawaii. I danni maggiori, per adesso, sembrerebbero essere visibili lungo la barriera corallina nelle spiagge di Waimea Bay, Hanauma Bay, Waikiki Beach. Ad Honolulu ce ne sarebbero di molteplici, ma anche nella riserva naturale di Ahihi Kinau.

Questo è tutto ciò che dobbiamo sapere di Palau e della sua proposta di eliminare le creme solari dall’isola. Esse vanno, infatti, a deturpare in maniera del tutto permanente il paesaggio. E’ meglio, quindi, se avete intenzione di recarvi in questa zona, informarsi prima. Alcune creme solari, specialmente quelle di origine naturale e che non contengono petrolati, oli minerali e sostanze sintetiche, potrebbero essere ammesse, similarmente a ciò che avviene alle Hawaii. D’altra parte, recarsi in questa zona senza proteggersi potrebbe essere molto dannoso per la salute.

Scritto da Erika Vettori

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