Il parco sommerso di Baia visto con gli occhi di Alberto Angela

Nella prima puntata di "Meraviglie - la penisola dei tesori", Alberto Angela ha portato i telespettatori alla scoperta del parco sommerso di Baia.

Esplorando il parco sommerso di Baia. Per la prima puntata del suo nuovo programma “Meraviglie – la penisola dei tesori”, Alberto Angela ha portato i telespettatori alla scoperta del parco sommerso di Baia. L’unico modo per poter visitare i monumenti che il parco ha da offrire è immergersi in acqua.

Motivo? I monumenti sono completamente sommersi dall’acqua a causa di un fenomeno tipico di aree di origine vulcanica che ha il nome di bradisismo.

Il parco sommerso

Quelli di Baia e Gaiola sono definiti dallo stesso Angela come un esempio unico di protezione archeologica e naturalistica sott’acqua. La particolare locazione del parco sarebbe dovuta al fenomeno del bradisismo, tipico delle aree di origine vulcanica. Secondo gli esperti tale fenomeno consiste nell’innalzamento o abbassamento del livello del suolo in tempi molto più rapidi rispetto a quelli geologici.

Per questo motivo, il parco ricco di statue e segni della storia classica è completamente immerso nell’acqua. Le stime calcolano che in soli 2000 anni di storia, la costa di Baia si sarebbe inabissata di circa 8 metri.

La scoperta di questo patrimonio sommerso risalirebbe al 1920, ma gli scavi effettivi iniziarono soltanto nel 1980, quando gli strumenti degli archeologi si rivelarono più efficienti per consentire le operazioni di recupero.

Baia, la Montecarlo dell’Impero

Per gli antichi romani Baia era la corrispondente di Montecarlo ai giorni nostri. Gli studiosi sarebbero concordi nel considerare Baia come una tappa esclusiva nell’impero dell’antica Roma. Non è un caso che gli archeologi abbiano ritrovato i resti del Pausilypon, villa voluta da Publio Vedio Pollione e ereditata da Ottaviano Augusto. Intorno a questo edificio aleggia una leggenda. Secondo il mito, proprio in questa villa avrebbe avuto fine la congiura con l’imperatore Nerone.

Quando i patrizi dell’antica Roma volevano rilassarsi dalle difficili vicende provocate dalle guerre di conquista, o dalle mutevoli situazioni politiche, la loro prima scelta era Baia. Solo lì – riferirebbero le fonti storiografiche – un nobile romano avrebbe potuto trovare un po’ di relax. In particolare, i patrizi raggiungevano la città per godere della sua caratteristica brezza marina e delle terapeutiche acque delle grotte termali.

All’interno del parco sommerso gli archeologi hanno anche rinvenuto il ninfeo di Punta Epitaffio, una sala per banchetti risalente all’epoca dell’imperatore Claudio. Sott’acqua, i sommozzatori negli anni hanno trovato mosaici, sculture, tracce di affreschi e persino porzioni di strada. Agli occhi dei turisti moderni, il parco rappresenta una piccola Atlantide romana, in cui i visitatori – forniti di adeguata attrezzatura – possono letteralmente immergersi.

Scritto da Andrea Danneo

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