Quanto viaggia un ciclista professionista durante la sua stagione

Programmi di allenamento, calendari di gare, visita posti nuovi quasi ogni giorno, non è mai a casa e si ritrova per mesi a essere spedito da un punto all’altro del mondo

Programmi di allenamento, calendari di gare, visita posti nuovi quasi ogni giorno, non è mai a casa e si ritrova per mesi a essere spedito da un punto all’altro del mondo: la vita quotidiana di un ciclista professionista include molte difficoltà e questo rientra inevitabilmente nella gestione di un gruppo che si ritrova ad affrontare decine di sfide su strada e di cui poi tenere in considerazione il peso quando si calcolano i ricavi di un team del ciclismo – un bilancio da fare invidia anche a quello di aziende importanti. Ci si chiede quindi: quanto viaggia un ciclista professionista durante la stagione? Difficile dare una risposta, visto che molto dipende dai giorni di gara in cui i corridori sono impegnati e da quello poi a catena si innesca il lungo tour (parola non casuale) che porta gli atleti in giro per il mondo. Prendiamo Tadej Pogacar ad esempio: nel 2022 ha disputato 54 giorni di corsa e 9.210 km in bicicletta (raccogliendo addirittura 16 successi, però quella è un’altra storia), ma a quelli poi bisogna aggiungere trasporti, traslochi rapidi e fughe da posti incantanti. Spesso infatti i tracciati disegnati dalle grandi corse a tappe e più in generale dalle corse diventano spunti per viaggi che possono essere replicati: fare il giro delle Alpi seguendo le strade percorse dal Giro d’Italia può essere entusiasmante, così come accade in Francia e Spagna con Tour e Vuelta. E quanti di voi hanno sognato di andare a Roubaix soltanto per respirare l’aria del mito (anche senza partire da Parigi percorrendo centinaia di chilometri)? Insomma, basta disegnare percorsi anche parziali prendendo spunti, tanto lo sappiamo che spesso e volentieri l’importante è solamente andare.

L’importanza della “bassa stagione” e i viaggi dei ciclisti a riposo

Gli appassionati di Betway Sports però si chiedono: ma quanto conta anche la fase di riposo dei corridori sui risultati che poi vengono raccolti nel corso dell’anno? Riuscire a staccare e a normalizzare la propria vita per alcune settimane? La bassa stagione è altrettanto importante per la testa e il corpo e può essere anche spunto per altri viaggi – come raccontato sul blog di un noto team ciclistico che spiega come c’è chi ha scelto di rilassarsi in spiaggia in Messico, con altri che hanno esplorato i siti storici e mozzafiato e le montagne del Perù. Chi invece come Giovanni Aleotti, ciclista professionista che ha unito vacanza e lavoro, ha scelto di attraversare l’Atlantico: non solo ha fatto un giro turistico a San Francisco, ma ha anche completato numerosi test a cronometro nella galleria del vento. Emu Buchmann e Patrick Konrad – sì, stiamo parlando della BORA – hansgrohe – hanno potuto rilassarsi alle temperature estive, rispettivamente alle Maldive e ad Abu Dhabi. E Jordi Meeus ha trascorso il suo tempo a Ibiza con immersioni, tuffi dalle rocce, golf e buoni amici. In seguito, ha visitato “El Clasico” del calcio spagnolo a Barcellona; passione che è stata condivisa anche da Cesare Benedetti e Ben Zwiehoff, che hanno anche assistito dal vivo a partite suggestive negli stadi in Polonia e Germania. Insomma, tutto questo per dare un altro semplice consiglio a voi viaggiatori: per trarre spunto si può anche guardare a ciò che fanno i ciclisti (e ai loro tour) anche nei periodi di riposo.

Scritto da Redazione Viaggiamo

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