“La lunga notte- la caduta del duce”: le location

I luoghi dove la fiction "La lunga notte- la caduta del duce" è ambientata sono proprio quelli in cui tutto accadde: scopriamo le location.

“La lunga notte- la caduta del duce” è una fiction che racconta la fatidica notte tra il 24 e il 25 luglio del 1943, quando Dino Grandi, gerarca fascista, fece di tutto per far cadere il governo fascista e far destituire Benito Mussolini, poi arrestato anche per volere del Re Vittorio Emanuele III.

La fiction, ambientata a Roma, riesce a riportare indietro nel tempo, grazie a una sceneggiature ricreata in modo eccellente.

“La lunga notte- la caduta del duce”: le location

I luoghi dove la fiction è ambientata sono proprio quelli in cui tutto accadde, cosa che rende ancora più veritiera e d’impatto la scena, provocando un senso di coinvolgimento nello spettatore ancora più forte.

Solamente alcuni luoghi, dove difficilmente si può ottenere il permesso di condurre delle riprese, sono stati ricreati a Cinecittà.

Ma scopriamo le location storiche!

La casa di Dino Grandi

In Via Druso, poco distante dalle Terme di Caracalla, si trova la storica villa di Dino Grandi, fatta costruire nel 1932 dall’architetto Clemente Busiri Vici.

Nel 1958 l’edificio venne comprato dall’attore Alberto Sordi, che ci visse fino al 2003, l’anno in cui morì.

Oggi invece è la sede della Fondazione Museo Alberto Sordi, prestata appunto per le riprese della fiction.

La casa di Edda e Galeazzo Ciano

Le riprese della casa di Edda e Galeazzo Ciano, rispettivamente la figlia e il genero di Benito Mussolini, sono avvenute nella villa zona Parioli, in via Secchi 9, costruita nel 1929, quella dove realmente i due vissero.

La coppia vi si trasferì nel 1933, scegliendola come dimora fissa fino al ’44, quando Galeazzo morì. Tra gli anni ’50 e ’60 infatti Edda si divise tra questa casa e una villa a Capri.

La casa di Benito Mussolini

Dal 1925 Mussolini visse a villa Torlonia, una sontuosa residenza nel quartiere Nomentano a Roma.

Venne costruita dall’architetto Giuseppe Valadier per il nobile banchiere Giovanni Raimondo Torlonia, diventando 1978 un parco pubblico che comprende ben 12 edifici, tutti visitabili.

Scritto da Federica Maldari

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