Matteo Garrone sceglie la Puglia come location per “Pinocchio”

Matteo Garrone inserisce la Puglia nella lista delle location che il regista utilizzerà per le riprese del suo film su Pinocchio.

Pinocchio sarà ambientato in Puglia. Il regista Matteo Garrone ha deciso di ambientare una parte del burattino di Collodi nella terra pugliese, pur mantenendo alcune location in Toscana. Tra le mete prescelte, spiccano il comune di Noicottaro, nel barese, Ostuni, in provincia di Brindisi e Polignano a mare.

Sulla rivisitazione del burattino toscano ci sono grandi aspettative, soprattutto a fronte della dichiarazione dello stesso regista premio oscar Guillermo del Toro di voler girare una sua pellicola su Pinocchio.

La Puglia per Pinocchio

Le imprese di Pinocchio sbarcano anche in Puglia. Matteo Garrone ha scelto una serie di location della regione per ambientare alcuni dei momenti più complessi della trama. Per volontà dello stesso Collodi, Pinocchio vive una serie di avventure, per nulla relegate a un solo ambiente, ma a una pluralità e varietà di location, a metà tra il realistico e l’onirico.

Guardando a quanto dichiarato dal regista, il mangiafuoco di Gigi Proietti prenderà vita nel comune di Noicattaro, nel barese. La scelta sul piccolo borgo è stata determinata per la presenza del teatro cittadino nojano, il più piccolo della storia italiana e semi sconosciuto, ma con una particolarità. Il teatro è sviluppato secondo una struttura sotterranea. Nella masseria tra Ostuni e Fasano, invece, Pinocchio subirà i raggiri del Gatto e la Volpe di Massimo Ceccherini e Rocco Papaleo.

Per quanto riguarda Polignano a mare, l’ipotesi più accreditata è che Garrone abbia deciso che la location pugliese possa essere il teatro della grande impresa della fuga dal Terribile pesce-cane.

La storia di un burattino

“C’era una volta un pezzo di legno”. La fiaba di Carlo Lorenzini – in arte Collodi – appare fin dalle sue prime battute uno stravolgimento della tradizione nella letteratura per ragazzi, a partire dal suo incipit. Nel 1882, anno in cui la letteratura per ragazzi era ricca di re, regine, dame e cavalieri, il giornalista toscano pubblicava il suo romanzo a puntate, dal titolo “Storia di un burattino”. Quel Pinocchio che ha segnato così tanto la letteratura italiana ha ricevuto diverse trasposizioni sul grande e piccolo schermo, sia in Italia, sia all’estero. Dalla rivisitazione disneyana – non tanto fedele a dire il vero – ad una più familiare ad opera di Luigi Comencini.

L’ultimo Pinocchio apparso sul grande schermo è stato quello di Roberto Benigni. Quest’ultimo apparirà nella pellicola di Garrone non più nelle vesti del burattino, ma in quelle del falegname Geppetto. La curiosità della stampa e del pubblico aumenta, anche perché dalle sapienti mani di Garrone è nato il gioiellino inaspettato de “Il racconto dei racconti”, di genere completamente diverso rispetto al pluripremiato Gomorra. Dopo un’esaltante ritorno al genere noir con Dogman, Garrone accetta di nuovo la sfida della favola. Un’impresa non semplice, soprattutto in vista di un altro grande regista, intenzionato a raccontare la storia del burattino: Guillermo del Toro.

Scritto da Andrea Danneo

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