Sermoneta: cosa vedere a marzo, tra tradizioni e cultura

Sermoneta è una cittadina tranquilla, avvolta in un'atmosfera rilassata e lenta. A marzo si ravviva per via di tradizioni antiche: scoprite cosa vedere.

Sermoneta è un piccolo borgo situato nel Lazio, una vera e propria perla, che custodisce storie e tradizioni antiche, che lo rendono un luogo estremamente affascinante: piccole case che risalgono ad anni lontani, stradine strette e fatte di pietra, scorci meravigliosi sul paesaggio della Pianura Pontina, poco distante dai Monti Lepini.

Sermoneta: cosa vedere a marzo

Sermoneta è una cittadina tranquilla, avvolta in un’atmosfera rilassata e lenta, che a marzo si risveglia per festeggiare il Santo Patrono, San Giuseppe, nelle giornate del 18 e del 19 marzo.

Quale momento migliore allora, se non questo, per visitare questo borgo suggestivo? Scoprite le tradizioni e le attrazioni più belle di Sermoneta.

La Festa dei Fauni

Come detto, il 18 e il 19 marzo, si festeggia il patrono di Sermoneta, organizzando la tradizionale Festa dei Fauni, le cui origini fanno sicuramente riferimento a riti pagani: infatti si tratta di una festa in onore dell’arrivo della primavera, momento di rinascita e di fecondità, quando la natura si risveglia e di conseguenza anche i raccolti.

I fauni sarebbero i falò che vengono organizzati per le vie della città durante queste giornate, che vengono accompagnati dalla distribuzione di dolci e pane alla comunità.

Parteciparvi è davvero molto suggestivo, perfetto per entrare nel vivo del folklore locale e apprezzarne tutte le sfaccettature.

Castello Caetani

Il Castello Caetani è il simbolo principale di Sermoneta, un tempo appartenuto alla famiglia Caetani che per anni ha influenzato le sorti del borgo.

L’edificio risale al XIII secolo, quando fungeva da struttura difensiva.

Al suo interno si possono visitare le stanze, perfettamente conservate, ricche di tesori artistici come gli affreschi che decorano le pareti.

L’Abbazia di Valvisciolo

L’abbazia, un luogo affascinante e misterioso, risale al VIII secolo e la sua storia si intreccia con quella dei Cavalieri Templari: si racconta infatti che fossero soliti frequentare le stanze segrete della chiesa.

L’abbazia è gestita oggi da un ordine di monaci cistercensi ed è caratterizzata da tre navate e da uno stile semplice, privo di decorazioni, cosa che sottolinea il volere dei monaci di rivolgersi solo alla preghiera e non al lusso e alle ricchezze.

Scritto da Federica Maldari

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