Armenia: monastero di Khor Virap, perché è tanto suggestivo

La storia e le curiosità del monastero di Khor Virap, in Armenia, una delle attrazioni turistiche più famose del Paese.

In Armenia ci sono tanti luoghi interessanti e curiosi, come il monastero di Khor Virap, una delle destinazioni turistiche più popolari del Paese. La sua interessante storia è legata indissolubilmente alla figura di Gregorio l’Illuminatore. Scopriamo, quindi, tutte le informazioni e le curiosità.

Armenia: monastero di Khor Virap

Situato nella pianura dell’Ararat, il monastero armeno di Khor Virap si trova vicino al confine con la Turchia e rappresenta una delle destinazioni turistiche più famose del Paese.

La fama di Khor Virap come monastero e luogo di pellegrinaggio è attribuita al fatto che Gregorio l’Illuminatore fu imprigionato qui per circa 14 anni dal re Tiridate III d’Armenia. La figura di San Gregorio divenne molto importante.

Egli, infatti, fu il mentore religioso del re e guidarono l’attività di proselitismo nel paese. Nell’anno 301 l’Armenia fu il primo paese al mondo ad essere dichiarato nazione cristiana.

Una cappella fu inizialmente costruita nel 642 nel sito di Khor Virap da Nerses III il Costruttorein, come segno di venerazione a San Gregorio. Nel corso dei secoli è stata più volte ristrutturata, subendo notevoli notifiche. Poi, nel 1662, la cappella più grande conosciuta come “St.

Astvatsatsin” fu costruita intorno alle rovine della vecchia cappella, del monastero, del refettorio e delle celle dei monaci.

Oggi nel monastero si svolgono le funzioni religiose, a cui partecipano molti pellegrini e turisti. È, infatti, uno dei luoghi di pellegrinaggio più visitati in Armenia.

Khor Virap

Struttura e luoghi del monastero

La cappella Nerses, costruita nel VII secolo intorno alla famosa fossa, in origine era di calcare bianco. Sebbene in apparenza semplice, il monastero fu costruito attorno a un grande recinto che circonda le rovine della vecchia cappella. Questa chiesa, conosciuta come la Chiesa della Santa Madre di Dio, o Surb Astvatzatzin, presenta una cupola dedicata a S. Astvatsatsin. Il pulpito dell’altare è finemente decorato e, nonostante la maggior parte delle chiese armene abbia un orientamento est-ovest, posizionando l’altare all’estremità est, la cappella di San Gevorg è orientata nord-ovest-sud-est.

Ma l’attrazione più famosa e importante del monastero è la fossa in cui rimase imprigionato San Gregorio. Questa si trova esattamente sotto la cappella di San Gevorg, la piccola basilica ad abside semicircolare. All’interno della cupola, tuttavia, erano due le fosse. Quella si Gregorio era la più lontana, profonda 6 metri e larga 4,4 metri. Alla fossa si accede attraverso due fori non segnalati. Una piccola camera, una scala a chiocciola e una scala conducono a un piccolo recinto nella fossa. A destra dell’altare nel sotterraneo vi è, poi, la stanza principale. Una lunga scala da qui scende a una grande cella di modeste dimensioni, la cella della prigione di Grigor Lusavorich.

La discesa dal pozzo avviene a una profondità di 60 metri. La fossa è ben illuminata ma la discesa dalla scala metallica richiede scarpe robuste. È anche estremamente umido nella fossa, soprattutto durante i mesi estivi.

Scritto da Ilenia Albanese

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