Il bambino incompreso in piazza Plebiscito: storia e significato

La storia ed il significato del bambino incompreso rannicchiato in mezzo alla piazza Plebiscito di Napoli.

Nel cuore di Napoli, in Piazza Plebiscito, il “bambino incompreso” dell’artista Jago ha suscitato stupore, critiche e grandi riflessioni. Un’opera intrisa di significato, che porta il nome di Look-Down, molto simile ad uno dei momenti più difficili che l’Italia ha affrontato negli ultimi anni, il Lock-down.

Ma scopriamo la storia ed il significato della controversa opera d’arte.

Il bambino incompreso in piazza Plebiscito: la storia

Un’immagine straziante, di un’infinita di tristezza, che provoca emozioni contrastanti e inaspettate. Stiamo parlando di Look-down, il bianco, duro e triste corpo di un bambino rannicchiato in Piazza Plebiscito, a Napoli.

L’opera porta la firma dell’artista Jago, lo scultore ciociaro tanto celebre a New York, ed è comparsa in una fredda notte di novembre.

Il bambino incompreso ha un volto triste, e guarda verso il basso, immobile, rannicchiato su un fianco. A costringerlo a terra è anche una catena che lo inchioda al suolo.

A catturare l’attenzione non è solamente la posizione del bambino, ma il suo sguardo. Pare, infatti, che guardi con tenerezza e dolore alla sua città.

bambino incompreso

Significato dell’opera

Molti sono i significati dell’opera, e tanti altri sono frutto dell’interpretazione degli spettatori.

L’opera trasmette molto a partire dal nome, look-down, che significa guarda giù, ma che rappresenta un richiamo al difficile momento che tutto il mondo ha affrontato durante la pandemia, il lockdown.

La scultura del bambino non ha bisogno di introduzioni o spiegazioni, ma ha la capacità di esprimersi da sola.

La tenera faccia del bimbo rannicchiato esprime tante emozioni, come tristezza, dolore, stanchezza. Una stanchezza data dalla pesante catena che alcuni associano al cordone ombelicale non reciso. La catena simboleggia la difficoltà degli ultimi mesi, che ci ha trascinati in un vortice di privazioni, confinamenti e sofferenze.

Un’opera, quindi, che è il simbolo della pandemia e di ciò che ci ha lasciato, della ferita che non guarirà facilmente. Un bambino indifeso e spaventato che dà voce alle emozioni degli italiani che hanno dovuto rinunciare a molto.

Ma l’opera vuole anche soffermarsi sui più deboli, spesso dimenticati e ignorati. Il bambino di Jago vuole, quindi, puntare un riflettore sui problemi che affliggono la società, volgendo lo sguardo verso gli indifesi e i più vulnerabili.

Atti vandalici

Dopo aver scatenato critiche, l’opera ha persino subito atti vandalici. Un gruppo di ragazzini, in un momento di goliardia, ha deciso di sfogare la propria noia e superficialità su un’opera che è l’emblema della fragilità.

Una mossa che non ha fermato, tuttavia, i più sensibili, ad apprezzare l’opera del bambino incompreso rannicchiato nel cuore di Napoli.

Scritto da Ilenia Albanese
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