Isola San Giulio, monastero e storia

Isola San Giulio, un piccolo gioiello sul lago d'Orta.

L’isola di San Giulio è una piccola isola situata nel Lago d’Orta ed è l’unica sorta in questo piccolo spazio. Essa si trova in Piemonte (in particolare in provincia di Novara) e dista circa 400 metri dalla riva. Nonostante la poca affluenza di persone (soprattutto nel periodo invernale) in essa giace una delle abbazie più importanti d’Italia: l’abbazia Mater Ecclesiae.

Qui si trova questo grande monastero che spesso viene visitato dai turisti, fino a diventare il centro principale di culto e d’interesse. Oltre a queste strutture ecclesiastiche ritroviamo anche alcune case (disabitate per la maggior parte dell’anno), in cui i vari cittadini piemontesi si ritirano per godersi una vacanza tranquilla e in mezzo alla natura.

Storia dell’Isola San Giulio

Le informazioni riguardo le origini di questa isola e delle sue chiese sono molto scarse.

Molti parlano di leggende più che di storia. In base alle scoperte degli studiosi, quest’isola è stata abitata a partire dall’età del ferro. Successivamente, nel periodo romano, si rifugiarono i primi cristiani scappati dalle persecuzioni dei vari imperatori.

Anche se in realtà alcuni studiosi ritengono che le prime popolazioni ad insediarvisi erano di religione pagana. questo spiegherebbe alcune particolarità dell’isola, come la presenza di piccoli serpenti immersi in un fogliame che in quella religione simboleggiava “il male che tendeva a diffondersi“.

Inoltre, un’altra conferma a questa ipotesi è data da una chiesa ritrovata pochi decenni fa, appartenente ad un periodo storico che va dal V al VII secolo. Tutte queste informazioni tendono a confermare la “leggenda”.

Nel corso del Medioevo (in particola il Basso Medioevo) l’isola divenne molto importante per la sua posizione strategica, diventando così un centro difensivo per le popolazioni che vi insediavano. Con l’avvento dei Longobadi fu fortificata, e in seguito a varie peripezie arrivò a Federico I, detto Barbarossa, per eredità.

Il nome di quest’isola deriva da quello del lago, che un tempo era denominato “lago di San Giulio”, soltanto in questo periodo assunse il nome di “lago d’orta” richiamando quei borghi che risiedevano non molto distante dalla riva. Soltanto nel corso dell’800 il castello costruito da questi popoli fu abbattuto per lasciare spazio alla costruzione della sua chiesa( ancora oggi esistente), e nel corso del 900 un benedettino decise di costruire l’abbazia Mater Ecclesiae.

Abbazia Mater Ecclesiae

Si tratta di un’abbazia femminile benedettina realizzata nel 1973. Oggi la badessa dell’istituto è madre Maria Grazia Girolimetto.

Inizialmente le poche donne giunte qui si insediarono nel vecchio palazzo vescovile. Successivamente, grazie all’ampliamento dell’ordine monastico, decisero di spostarsi sull’isola di san Giulio, stabilendosi nel vecchio seminario diocesano.

L’abbazia è aperta tutti i giorni dell’anno e accoglie con grande piacere non solo i membri di altri istituti ecclesiastici, ma anche tutti i visitatori che si accingono a vederla. In questa struttura si svolgono tutti quei lavori manuali riferiti all’ambito letterario-religioso.

Queste donne si occupano di ricopiare i testi antichi, dedicandosi anche all’attività filologica. Realizzano copie di manoscritti religiosi conservati nella grande biblioteca che risiede al suo interno e di tradurre alcuni dei testi sacri più o meno famosi che sono caratteristici della loro storia.

Tutte queste attività, nel mondo comune, sono ormai andate perse, e le possiamo rivedere soltanto nei film oppure nei romanzi storici come “Il nome della rosa” di Umberto Eco. Attraverso il loro lavoro non solo creano cultura, ma la divulgano e la conservano per i posteri.

L’isola di San Giulio ha avuto un grande ruolo, non solo turistico ma anche letterario e filmografico. Bisogna ricordare che celebri scrittori, come Gianni Rodari hanno utilizzato quest’isola come ambientazione dei loro libri; sarà lo stesso Umberto Eco a rinominarla più volte nel celebre romanzo “Numero zero”, tanto da chiuderlo nominandola.

Scritto da Redazione Online

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