Pasqua ortodossa Grecia 2020: quando e come si festeggia?

Pasqua ortodossa Grecia 2020: le date e il programma della festività greca.

Scopri la Pasqua ortodossa in Grecia 2020, le date e gli eventi da non perdere tra le isole greche.

La Pasqua ortodossa è una ricorrenza che si celebra in vari Paesi. Quest’anno la festa cade il 19 aprile ma i festeggiamenti iniziano già il sabato precedente, il cosiddetto Sabato di Lazzaro.

Il giorno della Pasqua è la prima domenica dopo il plenilunio dell’equinozio di primavera. L’usanza più popolare della Grecia è quella di colorare delle uova di colore rosso e decorarle con disegni di cera sciolta in onore della Risurrezione di Gesù.

Pasqua ortodossa Grecia 2020

La festa inizia dalla domenica delle Palme, detta Ton Vaion, quando a Corfù si svolge la famosa Processione delle Venerabili Spoglie di Agios Spyridion. La città si tinge di rosso secondo la tradizione, con panni stesi dai balconi e dalle finestre.

Il venerdì santo è una giornata molto sentita dai greci, che praticano con devozione riposo, digiuno e lutto.

Nella città di Atene i giovani vengono suddivisi in due gruppi. Il primo adorna l’epitaffio, mentre il secondo prepara il fantoccio di Giuda al porto, posizionandolo su una barca. La sera, a seguito della processione, il fantoccio viene fatto bruciare e, alla fine del rogo, il sacerdote fa gli auguri alla comunità.

A Kio è usanza lasciare le porte aperte durante la processione, in modo da lasciar entrare la grazia divina.

Alla mezzanotte della domenica il sacerdote bussa tre volte alle porte della Chiesa e annuncia la Resurrezione di Cristo, e spalanca la porta.

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Usanze greche

Le candele dei fedeli rimangono accese finché non si consumano del tutto da sole. Al termine della funzione, con il fumo della candela ancora accesa, si fa una croce sullo stipite superiore della porta di casa, si entra, si accendono i lumini di fronte alle immagini sacre o dei cari e poi viene servita la cena a base di uova rosse, zuppa maghiritsa (interiora di agnello tagliate finissime e lessate con cipolla, aneto, riso e accompagnate da una salsa a base di uovo e di limone) e kokoretsi (interiora allo spiedo).

Il mattino seguente è usanza battere una contro le uova dipinte di rosso, pronunciando la frase di rito, “Christos anesti” (Cristo è risorto), a cui l’altro deve rispondere “alithos anesti” (è veramente risorto).

Le uova non si devono rompere. Una volta mangiate, è tipico sotterrare i gusci vicino alle radici degli alberi, augurandosi fertilità per tutto l’anno. In alcuni casi, l’uovo colorato per primo viene seppellito nel campo, segnato il punto dove si inizierà ad arare.

Scritto da Ilenia Albanese

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