Gobi, tutto sul deserto dei misteri

Alla scoperta dei misteri riguardanti il deserto del Gobi.

Il deserto del Gobi, rappresenta la seconda più estesa tra le aree desertiche della terra. Oltre alla sua vastità senza dubbio impressionante, sono soprattutto altre le caratteristiche che lo rendono tra i siti più interessanti. Scopriamo tutto sul Gobi, deserto dei misteri.

Gobi, deserto dei misteri

La prima delle cose che lo caratterizzano è senz’altro l’elevatissima escursione termica tra il giorno e la notte: può arrivare a variare anche di 40 gradi o più.
Un’altra caratteristica che lo rende particolare anche rispetto alle altre aree desertiche è l’eterogeneità del paesaggio che cambia repentinamente di chilometro in chilometro.

Da aree pianeggianti circondate da vette a zone collinari fatte da dune costellate di anfratti e grotte; da roccia nuda a sabbia, da sterpaglie a vegetazione rada e bassa di piccoli arbusti più o meno spinosi.

Infine, a una ancora modesta ma un po’ più rigogliosa grazie alla presenza di falde acquifere e interrotta anche dalla saltuaria presenza di laghi salati, che lo rende vivibile da popolazioni nomadi che ne conoscono i segreti e sanno valorizzare sfruttando con saggezza tutto ciò che questa aspra natura gli offre.

Questo deserto, sito indicativamente tra la Mongolia e la Cina ma più anticamente ultima tra le tappe della via della seta e quella del the verso la Russia, è denso di leggende e misteri che tuttora lo avvolgono.

La ‘Stonehenge’ cinese

Duecento imponenti strutture di pietra disposte in grandi cerchi sono state rinvenute più di quindici anni fa suscitando scalpore e l’immediato interesse degli scienziati, sia perché non si era a conoscenza di alcuna antica civiltà indigena che lo avesse abitato, sia perché ad un’analisi più attenta e strutturata si è scoperto che il minerale con cui erano state realizzate non era né locale, ne‘ tantomeno reperibile in siti limitrofi.

Chi le aveva costruite e perché insediarsi in una zona così isolata ed ostica?
E come avevano potuto allora trasportare una tale quantità di pietre?

Una delle possibili risposte che vennero ipotizzate (ma non confermate) e che comunque non rispondono a tutti gli interrogativi, è che fosse una sorta di tempio pagano per adorare il Dio del Sole realizzato dai nomadi che popolano il deserto da migliaia di anni.

Come abbiano fatto però a reperire, trasportare e spostare una tale quantità di materiale dei popoli sì ingegnosi e lungimiranti, ma soliti spostarsi in piccole comunità frugali con cavalli o cammelli non è ancora dato a sapersi e probabilmente non lo sarà mai.

Un’altra ipotesi avanzata fu quella dell’utilizzo di quest’area desolata e solitaria (e quindi lontana da occhi indiscreti) per scopi militari segreti come fosse un’Area 51 cinese e che le strutture fossero state realizzate dall’esercito per motivi sconosciuti (ipotesi non tanto azzardata, vista la fine del vicinissimo Lago d’Aral, utilizzato per realizzare test nucleari).

Fossili di dinosauri sconosciuti

In diverse zone del deserto del Gobi nel corso del tempo furono rinvenuti centinaia di scheletri di dinosauri e fossili.
Tirannosaurus Rex e Velociraptor …ma in un caso fortuito rinvenirono anche una triade di dinosauri di sembianza vagamente simile ad uccelli e rannicchiati vicini tra loro come fossero stati in un nido.

Per le sue caratteristiche fisiche fu identificata come una nuova specie di oviraptoridi risalente al Cretaceo. Una scoperta straordinaria che, dalla loro posizione reciproca, suggerisce abitudini sociali e di gruppo mai ancora ipotizzate prima.

Tracce di velivoli alieni

Come in altre aree desertiche, sul terreno del deserto del Gobi si rinvennero grandi quantità di tectiti, schegge di un materiale dall’aspetto vetrificato che non avrebbe origine terrestre e che alcuni studiosi e ricercatori del settore attribuiscono a velivoli durante la preistoria: il calore sviluppato durante il passaggio nell’atmosfera avrebbe provocato la formazione delle scaglie di tectite.

A suggerire il transito di velivoli extra-terrestri in questa zona così isolata (e perciò protetta) sono delle forme spiraleggianti sul versante di alcune montagne che non appaiono affatto naturali o frutto di processi di erosione e che alcuni associano a possibili segni di attracco/ancoraggio di queste fantomatiche navicelle; si aggiunge poi al mistero la leggenda del ritrovamento all’interno di alcune delle tante caverne di strani strumenti realizzati di un materiale anch’esso di aspetto lucido e vetrificato simile a ceramica, la cui descrizione ricorda moltissimo parti dei dei vimana (oggetti volanti) dei testi sacri indù.

Resti di antiche società, umane e non

Le leggende narrano che migliaia di anni fa, quello che ora è un immenso deserto, fosse allora ricoperto dal mare e che un’isola al suo interno fosse abitata da una popolazione dall’aspetto molto diverso da quello abituale.

“Gli uomini discesi dalla grande stella bianca”, come riportano altri testi indù facendo riferimento ad una popolazione algida con occhi azzurri e capelli biondi.

Leggende a parte, alcuni scavi archeologici portarono alla luce reperti (una tomba affrescata con un murale raffigurante due sovrani e il loro sigillo) risalenti ad un’antica civiltà realmente esistita e che non è ancora stata identificata. Ecco perchè il Gobi è il deserto dei misteri.

Scritto da Redazione Online
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