Com’era il Carnevale nel Medioevo: il mondo alla rovescia

Com'era il Carnevale nel Medioevo: le usanze e i costumi della festa nella storia.

Oggi il Carnevale è una delle feste più divertenti dell’anno, ma com’era il Carnevale nel Medioevo? Scopriamo le evoluzioni e le curiosità della festa delle maschere. Molti dei Carnevali più importanti d’Italia, come quello di Venezia, proviene proprio da questo periodo storico.

Come era il Carnevale nel Medioevo

Le origini del Carnevale risalgono ai tempi dell’antica Roma, più precisamente alla festa dei Saturnali, le feste in onore del dio Saturno che avvenivano durante il solstizio d’inverno.

Questo, assieme alle altre divinità come Fauno, Giano e Opi, veniva considerato il signore dell’agricoltura, delle messi e della pastorizia.

I Saturnali si svolgevano dopo la metà di dicembre e avevano una durata di sette giorni, di cui solo il primo era carattere religioso.

Durante i Saturnali era usanza organizzare banchetti e feste sfrenate, ci si scambiavano doni augurali e le distanze sociali erano cancellate. Infatti, anche la schiavitù poteva agire da popolo libero. Ma non solo.

In quei giorni erano i padroni a servire gli schiavi. Inoltre, gli uomini si vestivano da donna e le donne da uomini, i poveri si addobbavano come re e principi, signori e tutti nascondevano la propria identità sotto una maschera.

Era un vero e proprio “mondo alla rovescia”, una tradizione che ritorna anche nei festeggiamenti del Carnevale nel Medioevo.

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Il Carnevale medievale

Nel Medioevo i festeggiamenti del Carnevale si svolgevano nelle piazze, con eventi e i riti comici, duravano per giorni.

La festa aveva come protagonista la comicità e il divertimento. Ad esempio, si organizzavano l’elezione di re e regine «per burla».

Durante Medioevo il periodo dedicato al Carnevale venne poi spostato da dicembre a febbraio, in modo che la Chiesa potesse collegarli con l’inizio della Quaresima.

Una scelta dettata dal fatto che il clero riteneva necessario rallegrare gli animi prima della tristezza del periodo quaresimale.

I giullari e gli studenti che passavano da una sede universitaria a un’altra, chiamati clerici vagantes, incoraggiavano il popolo, ad esprimere attraverso la parodia, il rovesciamento dei valori come la serietà e l’autorità del potere politico e religioso.

Si realizzava, così, un “mondo alla rovescia” che sosteneva le ragioni materiali e corporali contro quelle spirituali dominanti.

L’aspetto comico lo si ritrovava anche nelle feste religiose. Infatti, anche nelle Chiese venivano fatte rappresentazioni comiche sul mondo utopico.

Il Carnevale era, infatti, aboliva per qualche giorno tutti i rapporti gerarchici, i privilegi, le regole e i tabù imposti alla società. Durante le feste ufficiali, infatti, durante il Carnevale tutti erano considerati uguali, e nella piazza carnevalesca regnava la forma particolare del contatto familiare e libero fra le persone.

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Dal Medioevo ad oggi

I festeggiamenti per come li conosciamo adesso, nascono intorno al 1400 a Firenze coi Medici. Qui, infatti, comincia a diffondersi l’uso delle maschere, una moda che giunse pure a Viareggio.

Le grandi città, come Milano, iniziarono a seguire questo uso.

Le maschere vengono sono caratteristiche soprattutto dei carnevali urbani, soprattutto quello di Venezia. Qui, infatti, le maschere sono diventate elemento di spicco già dal X Secolo.

Il loro scopo è quello di sbeffeggiare l’autorità, che ne impediva l’uso durante il resto dell’anno, in quanto nascondevano l’identità del portatore che avrebbe potuto compiere più agevolmente crimini e reati.

Scritto da Ilenia Albanese
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