Smart working con Airbnb: lavorare tra montagna, mare e campagna

Airbnb offre alloggi per uno smart working in luoghi da sogno.

Nell’ultimo anno lo smart working sta diventando una realtà sempre più consolidata, e sempre più lavoratori si rivolgono ad Airbnb. Lavorare da casa ma in luoghi rilassanti e da sogno sta diventando sempre più comune, e la piattaforma di affitto va incontro alle nuove esigenze dei lavoratori.

Smart working con Airbnb

Il mondo del lavoro è profondamente cambiato dall’inizio della pandemia, con aziende che, per andare avanti, si sono trovate costrette a mandare avanti il lavoro da casa. Infatti, lo smart working, che fino a gennaio era una realtà poco conosciuta, un “privilegio” riservato per lo più a freelance, oggi è un modo di lavorare ben conosciuto.

La pandemia, infatti, ha insegnato a tutto il Paese a lavorare nel proprio ambiente domestico, con i pro e i contro annessi.

Tuttavia, non tutti hanno la fortuna di lavorare in una grande casa con tutte le comodità e gli spazi necessari. Ed è qui che interviene la nota piattaforma online degli alloggi e le case in affitto. Airbnb, infatti, dedica una sezione proprio ai lavoratori in cerca di un’alloggio o una casa da sogno in cui dedicarsi al lavoro.

smart working

I nuovi lavoratori nomadi

Secondo un sondaggio, ben 2 lavoratori su 3 stanno pianificando di lavorare per un periodo di tempo da remoto lontano dalla propria residenza. Ma non solo. Il 60% ha anche pensato di trasferirsi in modo permanente.

Ritornano in voga, quindi, le periferie, le campagne, e le località di montagna e di mare.

Inoltre, il 34% dei lavoratori cerca una sistemazione raggiungibile in giornata in automobile dalla propria residenza, meglio se all’interno della stessa regione e, sempre in una casa con wi fi. Tra le ricerche condotte su Airbnb una su due, per soggiorni di oltre 7 giorni, sono vincolate alla presenza di Internet.

lavoro

Lavoro o vacanza?

Scegliere una casa in montagna, o di fronte al mare, non è sinonimo di vacanza. Infatti, si tratta di un modo per aumentare la concentrazione sul lavoro e, al tempo stesso, migliorare l’umore. Infatti, lavorare da casa, nello stesso ambiente in cui si trascorre il resto della giornata, comporta un elevato stress mentale.

Manca, infatti, l’“evasione” dal pensiero del lavoro, venendo meno, spesso, agli orari lavorativi, che sembrano non avere mai una fine.

Una soluzione, quindi, che aumenterebbe la produttività lavorativa, migliorando il benessere del lavoratore.

La nuova realtà del lavoratore nomade, tuttavia, non è adatta a tutti. Infatti, lavorare fuori casa in un appartamento in affitto comporta una spesa non proprio sostenibile dai più.

Ma se il fattore economico è ciò che frena dal trovare una sistemazione rilassante per lavorare, molte sono le soluzioni in ballo. Infatti, il 35% è pronto ad affittare la propria casa– magari proprio ad altri remote worker – per avere i soldi per pagarne un’altra.

Una scelta che dimostra il desiderio dei lavoratori di cambiare location del lavoro per ritrovare il relax nonostante lo stress lavorativo e delle restrizioni imposte.

Scritto da Ilenia Albanese
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